Shalabayeva torna a Roma: “Grazie all’Italia e a Bonino, ma non so se resterò qui”

ROMA – Dopo mesi difficili, complicate trattative e la tanto discussa espulsione del 31 maggio, Alma Shalabayeva torna in Italia. Sbarcata a Fiumicino questa mattina con un volo di linea proveniente da Francoforte, dopo aver ottenuto il visto Schengen, la moglie del dissidente kazako Muktar Ablyazov ha voluto ringraziare il governo italiano, in particolar modo il ministro degli Esteri Bonino, per l’aiuto ricevuto nelle ultime settimane che le hanno permesso di lasciare il Kazakistan.

Un particolare ringraziamento è stato rivolto anche ai genitori e ai bambini della scuola di Casalpalocco, frequentata dalla figlia Alua di sei anni. Dunque, si conclude una storia che ha causato parecchio imbarazzo nel governo Letta, a causa della controversa espulsione della donna, facilitata anche dalla legge Bossi-Fini. Nei prossimi giorni Shalabayeva vedrà il magistrato Eugenio Albamonte, al quale è affidata l’inchiesta sul caso che la vede protagonista. Nell’indagine sono indagati per sequestro di persona anche l’ambasciatore del Kazakhstan Adrian Yelemessov, il consigliere per gli affari politici Nurlan Khassen e l’addetto agli affari consolari Yerzhan Yessirkpov, iscritti nel registro degli indagati lo scorso 26 settembre. Oggi invece, Shalabayeva si è recata alla Farnesina, dove è stata accolta dal ministro Bonino. “All’inizio di giugno sembrava davvero impensabile ottenere questo risultato, ma ci siamo riusciti grazie alla determinata e costante azione del governo e delle forze parlamentari. La partenza della signora Shalabayeva e di Alua dal Kazakhstan è stata possibile anche grazie alla collaborazione fornita dalle autorità kazake nell’ultima fase della vicenda” ammette il ministro. Dal canto suo, Shalabayeva ha raccontato: “Hanno rapito me e mia figlia a causa di mio marito. Ci hanno lasciato andare sempre a causa di mio marito: i kazaki sperano così che apparire civili li aiuterà ad ottenere l’estradizione dalla Francia”. Sulla sua permanenza in Kazakistan invece spiega: “Facevano dei video e delle foto, c’erano persone che circondavano la nostra casa, delle auto ci seguivano sempre. Ho avuto paura per la mia vita e quella di mia figlia”. “Non so ancora quanto rimarrò in Italia e dove andrò”, anche se Ginevra sembra uno dei luoghi privilegiati, poiché risiedono lì alcuni familiari della Shalabayeva, tra cui gli altri due figli Madina e Madiyar. In ogni caso, “Seguirò le istruzioni dei miei avvocati, voglio stare con i miei figli e incontrare mio marito il prima possibile. Mi manca molto”.

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