ROMA – Si è impiccato incastrando una camicia nella cerniera della porta del bagno nella sua cella del carcere romano di Rebibbia N.C. Si è tolto la vita in questo modo il detenuto italiano di 52 anni che è anche il primo recluso morto, nelle carceri del Lazio, nel 2014.
La notizia del decesso è stata resa nota dal Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni.
L’episodio è avvenuto ieri sera, intorno alle 23.00. A quanto appreso dai collaboratori del Garante, la vittima è un detenuto italiano di 52 anni in attesa di giudizio, Francesco D.F., in carcere dallo scorso luglio per aver ucciso a Roma la madre, con cui era tornato a vivere da qualche tempo.
Subito dopo l’arresto, l’uomo era stato recluso a Regina Coeli e da qui, successivamente, trasferito all’osservazione psichiatrica di Rebibbia Nuovo Complesso. Nei prossimi giorni Francesco doveva essere trasferito nel reparto per minorati psichici di Rebibbia Penale.
«Il primo decesso del 2014 nelle carceri del Lazio – ha detto il Garante Angiolo Marroni – riporta drammaticamente in primo piano il problema dei reclusi con gravi problemi psicologici. Il carcere è un luogo duro, in grado di piegare anche i caratteri più forti, figurarsi l’impatto che può avere con quanti hanno già delle sofferenze psichiche. Il problema è che, spesso, il sovraffollamento non consente di capire se queste persone abbiano una sofferenza tanto grave da indurle a privarsi della vita. Per questo occorre passare immediatamente dalle parole ai fatti, per tornare ad un sistema detentivo che, nel pieno spirito del dettato costituzionale, rimetta al centro la persona e la tutela dei suoi diritti».