Corruzione. In carcere ex direttore Enac di Ciampino

ROMA – Per alcuni anni hanno alterato le procedure di gare indette da Enac, gonfiando in modo fraudolento i costi dei lavori eseguiti e assicurandosi indebiti profitti da dividere assieme ai funzionari pubblici infedeli come prezzo della loro corruzione.

È la principale accusa, contestata dal pm Mario Palazzi e recepita dal gip Maurizio Caivano, costata questa mattina il carcere al funzionario Enac, Sergio Legnante, già direttore dell’aeroporto di Ciampino (competente pure per le basi di Roma Urbe, Aquino, Viterbo e Rieti), all’imprenditore Massimiliano Mantovano, amministratore della società Mgm spa ma anche ‘dominus’ delle società Mast srl, 2T Appalti, Fama srl, Global Project srl, Resine Industriali srl, Edil Moter slr e all’ingegnere Alfonso Mele, in servizio presso la Direzione centrale dell’Ente nazionale dell’aviazione civile.

Agli arresti domiciliari, invece, sono finiti, due collaboratori di Mantovano, e cioè Luigi Guerrini e Adriano Revelant, e Renato Lolli, dipendente Enac. Tra gli indagati ci sono anche Miriam Brusca, altra collaboratrice di Mantovano e formale amministratrice della società Ma.St. srl, e Massimiliano Masti, commercialista di riferimento dell’imprenditore e formale amministratore della società Fama srl. L’indagine sugli appalti irregolari è nata da una informativa della Polaria che tra il 2012 e il 2013 ha sviluppato una serie di segnalazioni di illeciti partite da un funzionario interno di Enac. Una prima informativa era già approdata alla procura di Roma nel 2009 ma gli accertamenti, avviati per abuso d’ufficio, si erano conclusi con una archiviazione. Questa volta, invece, il pm Palazzi e la Questura, nell’ambito di una investigazione piuttosto complessa, fatta di sequestri di documenti, perquisizioni e intercettazioni, hanno delineato il quadro degli illeciti compiuti dal 2009 al 2014. Dagli accertamenti è così emerso come fosse sempre e solo Mantovano ad aggiudicarsi i lavori, con la complicità dei funzionari Enac infedeli, che venivano poi subappaltati a società, riconducibili allo stesso imprenditore, per importi nettamente inferiori rispetto a quanto contrattualizzato. Lavori irregolari che anche Enac ha certificato tramite indagine interna, ma solo dopo le perquisizioni ordinate dalla magistratura che determinarono la sospensione di Legnante e il suo trasferimento ad altro incarico.

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