Manduria. Scatta lo sciopero della fame tra i migranti

MANDURIA – E’ la mattina del 4 aprile, sono da poco rientrati a casa alcuni degli attivisti che presidiano la tendopoli di Manduria. 
Stremati, preoccupati.

La giornata iniziata alle 9,00, con l’ incontro alla Prefettura di Taranto indetto da Rete Antirazzista di Taranto e Giornalisti di Radio e TV . Una cinquantina di immigrati, tra i 200 che da ieri sera protestano all’esterno del recinto,  hanno rifiutato la colazione, il pranzo  e la cena in segno di protesta,  fino a quando il governo italiano non darà loro il permesso di soggiorno per diritti umanitari. Non è stato fornito invece il numero degli immigrati tunisini che hanno fatto la stessa scelta all’interno della tendopoli;  intanto però  esponenti di associazioni e comitati antirazzisti forniscono generi di prima necessità e soprattutto bevande,  agli immigrati accampati all’esterno. 
Digiuni, tranquilli, mentre alcuni raccontano di scene di autolesionismo  nei pressi della stazione ferroviaria  di Taranto e contro le forze dell’ordine: un ragazzo provoca alcuni tagli, un altro ha un malore. Da Manduria a Taranto si cerca tra gli attivisti chi  conosce meglio  francese e inglese:  cercano di  comunicare che non è nel loro interesse allontanarsi, senza aver ottenuto un permesso di soggiorno. Senza un documento,  entrano in stato di clandestinità e quindi, possono essere sottoposti a decreto di espulsione. 
 Non ci vogliono restare, nella tendopoli delle polemiche: Vendola  ne chiede lo smantellamento, l’antagonista di sinistra Rizzi che la definisce “lager”,  perché,  come spiega, contro ogni forma di razzismo e per l’unione della lotta degli immigrati e dei lavoratori italiani. contro i capitalisti che creano guerre, sfruttamento e precarietà,  il lager aperto in questi giorni a Manduria debba essere chiuso. 

 

Gli immigrati siano lasciati liberi con tutti i diritti democratici necessari . Ma intanto,  dall’altra parte del mare, la nave traghetto Clodia, della Grimaldi lines, da Lampedusa,  è in navigazione. Non si conosce ancora la tendopoli di destinazione .” Attraccherà nel pomeriggio a Taranto, ma in serata  riprende il largo, forse martedì arriverà a Napoli. Ancora una volta spediti, come pacchi postali.
 È l’esempio della mancanza di controllo e collaborazione”. Così il sindaco dimissionario di Manduria, Paolo Tommasino, ha commentato la notizia: “Noi vogliamo assumerci le nostre responsabilità – ha proseguito Tommasino – capiamo le esigenze del governo, comprendiamo l’esigenza umanitaria, ma continuo a non sapere nulla ad esempio di questi arrivi” e continua “In questi ultimi giorni c’è stato chi ha fatto della vicenda una strumentalizzazione.”  E non basta. Neanche troppo a distanza, la ndrangheta segue tutti gli spostamenti di quella manodopera potenziale. Manna dal cielo.
E poi la svolta. Arriva in  serata la notizia che è stata presentata al premier una nota sull’emergenza immigrazione clandestina: è sottoscritta da 62 deputati del centrodestra,  di tutte le aree geografiche e di tutte le aree politiche e culturali del partito.
Tre richieste: distribuire le tendopoli per gli immigrati «in modo equo e proporzionato sull’intero territorio nazionale, senza continuare a gravare soltanto sul Sud»; evitare «maxitendopoli», così da consentire una migliore vigilanza dei siti destinati all’accoglienza degli immigrati; rilasciare permessi di soggiorno per motivi umanitari ai tunisini che non abbiano comportamenti violenti e dimostrino di avere delle destinazioni finali accertabili e sostenibili, come è già avvenuto per l’emergenza Kossovo.

 

“Per questo Le chiediamo che, in attesa che le relazioni fra Italia e Tunisia permettano di giungere quanto prima a un nuovo blocco di flussi di clandestini e che l’Ue si accorga di quanto accade nel Mediterraneo, il Governo distribuisca immediatamente le tendopoli in modo equo e proporzionato sull’intero territorio nazionale, senza continuare a gravare soltanto sul Sud; si costruiscano centri di raccolta dei migranti di dimensioni più ridotte, evitando l’allestimento di maxitendopoli, per le quali è impossibile garantire la sicurezza ed evitare le fughe di massa, come quelle a cui stiamo assistendo in questi giorni”.   .
Finalmente, anche  l’Unione europea  si sbilancia e sostiene la posizione italiana: “in caso di afflusso abnorme di profughi del Nord Africa verso l’Europa, Bruxelles,  autorizzera’ una procedura eccezionale per la loro accoglienza temporanea.”  Rientriamo nella casistica.
Lo ha annunciato il commissario Cecilia Malmstroem, di fronte al Parlamento europeo: 
”Nel caso di afflusso massiccio di sfollati e di rifugiati” da Libia, Tunisia o Egitto, “la Commissione sarebbe pronta a utilizzare la direttiva del 2001 che prevede una protezione temporanea”.  L’informativa italiana viaggia lenta, e un sms arrivato dai parenti tunisini dei ragazzi parla di rimpatrio, ed è panico. Con molta difficoltà gli attivisti riescono a riportare la calma, gli si dice che da Bruxelles ci sono invece notizie rassicuranti.
Sembrerebbe  una buona notizia.  Ora è corsa contro il tempo.

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