Inchiesta GDF. Il generale Bardi si difende, “estraneo ai fatti”

ROMA – ‘Estraneo alle ipotesi di reato formulate’, così si è dichiarato in una nota diffusa  il generale di Corpo d’Armata Vito Bardi, comandante in seconda della Guardia di finanza, indagato nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto per concussione del comandante della Gdf di Livorno, Massimo Mendella.

Nella nota il generale scrive:”A seguito della vicenda giudiziaria che mi vede raggiunto da ipotesi di reato a cui gli organi di informazione hanno dato vistosa e comprensibile evidenza, avverto il dovere verso l’opinione pubblica, l’istituzione di cui faccio parte e per la mia famiglia di proclamare la mia totale estraneità alle ipotesi che sono state formulate”. “Nei miei 47 anni di servizio, che rappresentano un’intera vita trascorsa a presidio della legalità, non sono mai venuto meno ai più saldi principi di lealtà, trasparenza e rettitudine – aggiunge Bardi – Sono consapevole che le superiori esigenze della Giustizia richiedono rispetto assoluto ed a questo principio mi attengo fermamente con una ‘sofferta serenità’ in attesa che l’accertamento della verità abbia il proprio corso, con fiducia nell’attività degli inquirenti”. “In questo spirito – conclude il generale – rinnovo la mia totale disponibilità ad offrire ogni elemento utile al riconoscimento della verità, anche a mezzo dei miei legali. Auspico la più celere definizione della mia posizione – conclude Bardi – sicuro che al termine del mio mandato lascerò il Corpo con l’onore che la mia storia integerrima di servitore dello Stato mi impone di salvaguardare”.

Zanda (Pd): Chi sbaglia deve pagare, ma va difeso il valore dell GDF

Il presidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda a seguito dell’inchiesta che ha visto coinvolti i vertici della GDF ha dichiarato:” “In queste settimane vari esponenti di vertice della Guardia di finanza sono stati oggetto di inchieste e di indagini della magistratura. Alcuni di loro sono stati arrestati. C’è una particolare rabbia, un fastidio profondo quando alti gradi delle Forze dell’Ordine vengono imputati del reato di corruzione. In questi casi è quindi ancor più necessario che il lavoro della magistratura accerti in fretta la verità”. “Chi ha sbagliato – aggiunge – deve pagare tutto intero il conto della giustizia. Ma, contemporaneamente, va difeso l’onore e il valore della grandissima maggioranza dei militari e degli ufficiali della Guardia di finanza che svolgono quotidianamente un lavoro durissimo e insostituibile nella lotta all’ illegalità, all’evasione e all’elusione fiscale”.

Condividi sui social

Articoli correlati