Prometteva lavoro millantando parentela con Pietro Grasso. Arrestato agente di Polizia Municipale

REGGIO CALABRIA- I finanzieri del Gruppo di Reggio Calabria hanno arrestato Pietro Grasso, un agente del corpo della Polizia Municipale di Reggio Calabria indagato per i reati di truffa, falso, millantato credito e peculato. 

L’indagine svolta dalla Guardia di Finanza ha rivelato un collaudato meccanismo messo in atto con ripetitività e sistematicità dall’agente il quale, millantando una parentela diretta e una significativa capacità di influenza con il suo omonimo, Pietro Grasso, ex Procuratore Nazionale Antimafia e oggi presidente del Senato (estraneo ai fatti), traeva in inganno numerosi ignari ed ingenui cittadini, promettendo assunzioni presso le pubbliche amministrazioni e ricevendo in cambio cospicue somme di denaro.

Le indagini hanno permesso di accertare che il copione recitato da Grasso era sempre il medesimo: un iniziale approccio fatto di cordialità e simpatia, sbandieramento della parentela, di fatto inesistente, con l’ex Procuratore Nazionale Antimafia, «siamo figli di due fratelli», oltre a conoscenze e cariche presso tutti gli uffici pubblici di Reggio Calabria, assicurazioni sull’avvio al lavoro presso una pubblica amministrazione e richiesta del denaro da corrispondere rigorosamente in contanti ed anche in comode rate.

Le cifre richieste variavano da 10.000 euro sino ad arrivare anche a 30.000 euro, denaro necessario, a dire del Grasso, per ottenere i favori del potente di turno. Dopo il pagamento della somma pattuita, Grasso faceva anche sottoscrivere alle sue vittime falsi contratti di assunzione, da lui predisposti, apparentemente emessi ed intestati al Comune di Reggio Calabria, al ministero dell’Interno, al ministero delle Politiche Agricole ed alla Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria. Per rafforzare l’affidabilità di tali documenti, vi apponeva dei timbri ed in particolare, un timbro originale della Polizia Municipale di Reggio Calabria, sottratto agli uffici del Comando dove lavorava, un timbro falsificato riferibile agli uffici amministrativi del Comune di Reggio Calabria ed un timbro lineare della Guardia di Finanza contraffatto. Tali falsi documenti venivano somministrati alle ignare vittime che li sottoscrivevano, ormai convinti di avere ottenuto l’agognato «posto fisso».

Per ingannare le sue vittime, Pietro Grasso non ha esitato ad utilizzare anche le autovetture di servizio di proprietà del Corpo di Polizia Municipale. Le Fiamme Gialle hanno anche scoperto un caso di rivelazione di segreto d’ufficio: Grasso ha informato un suo amico circa l’esistenza di un esposto anonimo pervenuto presso il Comando di Polizia Municipale di Reggio Calabria in relazione a presunti lavori edilizi abusivi in corso. Dalla ricostruzione effettuata dalle Fiamme Gialle, le somme intascate da Grasso Pietro Desiderio dal 2010 ad oggi si aggirerebbero a circa 500.000 euro. Le indagini di natura patrimoniale sono tuttora in corso.

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