Maltempo. Per danni speso quasi triplo di prevenzione

 

ROMA –  Negli ultimi 20 anni per riparare i danni di frane ed alluvioni è stato speso quasi il triplo di quanto è stato stanziato per la prevenzione. È quanto emerge da una analisi del la Coldiretti, in occasione della tragedia di Genova e della Liguria, sulla base dei dati emersi alla Conferenza nazionale sul rischio idrogeologico con circa 8,4 miliardi di euro di finanziamenti statali dati a politiche di prevenzione a fronte di una spesa 22 miliardi di euro nello stesso periodo per riparare i danni causati da frane ed alluvioni.

Il bilancio peraltro è ancora più grave – sottolinea la Coldiretti – se si considerano le vittime e tragedie familiari che frane e alluvioni hanno provocato. Investire nella prevenzione è sempre più urgente precipitazioni, sempre più violente e frequenti per i cambiamenti climatici in un Paese dove – precisa la Coldiretti – con più di 5 milioni i cittadini italiani che ogni giorno vivono o lavorano in aree considerate ad alto rischio idrogeologico e 6.633 i Comuni (82 per cento del totale) che hanno all’interno del territorio aree ad elevato rischio di frana o alluvione. A questa situazione di fragilità territoriale non è estraneo il fatto che l’Italia ha perso negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata per effetto della cementificazione e dell’abbandono che ha tagliato del 15 per cento le campagne colpite da un modello di sviluppo sbagliato che ha costretto a chiudere 1,2 milioni di aziende agricole nello stesso arco di tempo.

Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che le zone esposte al pericolo di frane e alluvioni che riguardano ben il 9,8 per cento dell’intero territorio nazionale«. Per proteggere il territorio e i cittadini che vi vivono l’Italia – conclude la Coldiretti – deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile dalla cementificazione nelle città e dall’abbandono nelle aree marginali con un adeguato riconoscimento del ruolo, economico, ambientale e sociale dell’attività agricola.

 

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