ROMA – Gino Paoli si è dimesso oggi dalla presidenza della Siae. Paoli lo ha fatto con una lettera presentata al consiglio di gestione a Milano.
Le dimissioni del cantante sono irrevocabili e arrivano a seguito della notizia di alcuni giorni fa, in cui Paoli risultava indagato per presunta evasione fiscale. “Sono certo dei miei comportamenti – scrive tra l’altro il cantautore – e di non aver commesso reati”, “voglio difendere la mia dignità di persona per bene”.
La vicenda che ha coinvolto il cantante riguarda il trasferimento di 2 milioni di euro di ‘nero’ per un’evasione del fisco di circa 800 mila euro. Le indagini nei confronti di Paoli sono scattate dopo l’intercettazione ambientale nello studio del suo commercialista Andrea Vallebuona. I militari del Nucleo di polizia tributaria che ascoltavano la registrazione si sono trovati di fronte a un colloquio tra il commercialista e il cantautore. Nella conversazione, per gli inquirenti assai esplicita, si discuteva appunto di quei due milioni da portare in Svizzera e dell’ipotesi di farli rientrare ‘scudati’.
Due milioni che di fatto non comparirebbero mai nelle dichiarazioni dei redditi del cantautore. L’indagine che coinvolge Paoli nulla ha a che vedere con quella, che ormai si avvia a conclusione con la decisione del gup sulle richieste di rinvio a giudizio, per la cosiddetta ‘banda Berneschi’. Ma potrebbe avere, e qui gli inquirenti non confermano né smentiscono, qualche punto di contatto con l’indagine sul Centro fiduciario che, secondo la Guardia di finanza, costituiva “un crocevia strategico” per la gestione da parte dell’ex dirigenza Carige, di pratiche finanziarie ‘opache’ riguardanti capitali di provenienza illecita. Le fiamme gialle infatti durante le indagini accertarono che gli allora vertici del Centro Fiduciario tutelavano alcuni clienti titolari di depositi di rilevante importo manomettendo o nascondendo documenti di operazioni finanziarie particolari. Per quell’indagine uno dei reati ipotizzati è di riciclaggio.
Nella lettera di oggi il cantante sottolinea di aver volutamente aspettato qualche giorno per non incorrere in strumentalizzazioni, concludendo: “ Credo di aver espletato il mio compito di Presidente al massimo delle mie capacità. Sono orgoglioso dei risultati che abbiamo ottenuto insieme, per cui abbiamo combattuto fianco a fianco in battaglie importanti, fino all’ultima in favore dei giovani autori. Me ne vado la certezza che la Siae saprà continuare la sua missione di tutela della creatività italiana”.