Da Bologna, “NO” allo smembramento del Corpo Forestale dello Stato

ROMA –  Tra le tante associazioni che oggi a Bologna si uniscono al corteo di Libera e Avviso Pubblico, in occasione della XX Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime della mafia, c’è anche Legambiente,  sempre presente a tutte le edizioni e organizzatrice del seminario “Ecoreati nel codice penale. #ChiInquinaPaghi”, che si terrà oggi pomeriggio dalle 14.30 alle 17.30 nell’Aula Absidale Santa Lucia.

 “È ora di dire basta ai ladri di futuro e ad ogni forma di illegalità, a partire da quella ambientale, che sfregiano e calpestano il nostro Paese – ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente questa mattina alla manifestazione – Criminalità organizzata e corruzione affondano le loro radici nel vuoto dei diritti, nella fragilità della politica, nella mancanza di opportunità e lavoro e mai come in questo momento la Penisola appare estremamente vulnerabile. Nel contrasto alle ecomafie – conclude Cogliati Dezza – vogliamo ribadire l’importante contributo dato in tutti questi anni dal Corpo Forestale dello Stato, a rischio smembramento secondo quanto previsto nel Ddl “Riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”. Ci preoccupa molto l’ipotesi di assorbimento delle funzioni di polizia del Corpo Forestale dello Stato in quelle delle altre forze di polizia e delle amministrazioni locali, perché non ci sono garanzie che le funzioni che oggi il CFS svolge egregiamente potranno ancora svolgersi. Tale smembramento rappresenterebbe un regalo alla criminalità organizzata e una scelta insensata nei confronti della professionalità e della competenza investigativa del Corpo Forestale dello Stato, che solo nel solo 2013, secondo il Rapporto Ecomafia 2014, ha accertato più di 10.200 reati ambientali avvenuti in Italia, corrispondenti a circa il 35% sul totale nazionale. Il Cfs merita di essere potenziato e rafforzato e non smembrato”.

“Per avere più legalità, giustizia e verità contro ecomafiosi ed ecocriminali – ha aggiunto Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente – è fondamentale che si compiano azioni concrete e immediate. Se la Camera approvasse definitivamente il Ddl sugli ecoreati nel codice penale, molte cose potrebbero finalmente cambiare e chi inquina pagherebbe per ciò che ha fatto. Per questo da Bologna lanciamo oggi un appello, in nome del popolo inquinato e delle vittime della criminalità ambientale, affinché i deputati approvino subito e senza senza cambiare neanche una virgola il Ddl licenziato lo scorso marzo dal Senato, che introduce sei nuovi delitti ambientali nel Codice penale, a partire da quello di inquinamento e di disastro ambientale”.

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