Truffe. False assunzioni per permessi di soggiorno, 46 denunce

PERUGIA – Il nucleo carabinieri ispettorato del lavoro di Perugia ha denunciato alla Procura del capoluogo umbro 46 persone, tutte residenti nella provincia di Perugia, perche’ ritenuti responsabili di aver costituito finti rapporti di lavoro finalizzati a creare false posizioni previdenziali e assicurative in favore di cittadini extracomunitari.

L’indagine ha avuto spunto da una segnalazione effettuata dallo Sportello unico per l’immigrazione, che ha rilevato alcune incongruenze sulle istanze presentate da alcuni studenti stranieri per ottenere la conversione del proprio permesso di soggiorno da studio a lavoro.

Gli investigatori dell’Arma, di concerto con la Direzione territoriale del lavoro umbra, hanno cosi’ scoperto che un cittadino marocchino 32enne, gia’ titolare di una piccola impresa edile individuale, aveva utilizzato la propria ditta per simulare ben 48 rapporti di lavoro con altrettanti cittadini stranieri, tutti di origine magrebina, tranne uno di origine albanese. I falsi rapporti, costituiti mediante comunicazioni telematiche alla banca dati del ministero del Lavoro, effettuate da professionisti risultati estranei ai fatti, sono stati poi utilizzati dai cittadini stranieri per ottenere fraudolentemente indennita’ di disoccupazione e titoli di soggiorni non dovuti. Nello specifico, sono state accertate 13 truffe ai danni dell’Inps (di cui una sventata), per un importo complessivo di circa 68mila euro di indennita’ di disoccupazione fraudolentemente ottenuta. Sul versante dell’immigrazione clandestina, sono state invece accertate, 29 pratiche di rinnovo di permessi di soggiorno, tutte fraudolentemente motivate dal finto rapporto di lavoro. Otto, invece, sono le pratiche di conversione del permesso di soggiorno da studio a lavoro, che sono state bloccate. I reati contestati vanno dalla truffa aggravata e continuata, alla contraffazione di documenti di soggiorno, favoreggiamento alla permanenza all’immigrazione clandestina al fine di lucro e falso.  

Condividi sui social

Articoli correlati