Casamonica, la notizia fa il giro del mondo. Sel, Alfano si dimetta

ROMA –  La polemica sui funerali di Vittorio Casamonica a Roma non accenna a placarsi. Anzi addirittura la notizia dell’esequie del boss ha fatto anche il giro del mondo, comparendo sulle prime pagine dei quotidiani internazionali, dalla Bbc passando per Foxnews, che titola “Roma oltraggiata per i funerali in stile hollywoodiano del boss” fino ad arrivare in Australia al Sydney Morning Herald.

“Funerali grandiosi e scioccanti per il capo del clan mafioso dei Casamonica“, titola Le Monde, mentre la Bbc ha accompagnato l’articolo con diverse foto, tra cui quella del poster in cui viene ritratto Casamonica vestito di bianco con la scritta “Re di Roma”. 

E all’indomani dell’esequie il parroco della chiesa Don Bosco, don Giancarlo Manieri, ha dichiarato: “Rifarei il funerale di Vittorio Casamonica? Probabilmente sì, faccio il mio mestiere”. “L’esponente di un clan è comunque dentro la Chiesa…”, dice don Manieri.

Il commento di Mina Welby

Oggi anche Mina Welby, la moglie di Piergiorgio a cui il Cardinal Ruini negò i funerali nella chiesa di Don Bosco, nel 2006, ha commentato. “Nessuno sapeva niente del funerale? Non so come sia stato possibile, molto strano. Un personaggio come lui, un capoclan… si sarebbe dovuto sapere qualcosa”. Fuori dalla parrocchia di San Giovanni Bosco i parenti di Casamonica hanno affisso degli striscioni in cui c’erano riferimenti alla conquista del Paradiso. Il parroco ha detto di non essersi accorto di nulla: “È possibile – spiega Mina Welby – perché i preti non entrano dal portone ma dalla loro abitazione che si trova davanti alla Chiesa. Ma c’erano i custodi della chiesa, avrebbero dovuto vedere e dirlo al parroco”. Nel 2006 quella stessa chiesa rifiutò il funerale del marito: “Il motivo fu che mio marito Piergiorgio aveva chiesto troppe volte l’eutanasia. Ho parlato con il parroco – conclude, riferendosi al funerale di Casamonica – mi ha detto che si sono presentate delle persone che gli hanno dato nome e cognome del defunto e gli hanno detto che era un cattolico praticante…”.

Parenti Casamonica, chiediamo scusa solo al Papa, non siamo mafiosi

Intanto sempre oggi, intervistato dal Corriere.tv, il nipote di Vittorio Casamonica, Luciano, ha voluto dire la sua. “Possiamo chiedere scusa solo al Papa, non chiediamo scusa a nessuno perché mio zio non era un mafioso come lo volete descrivere voi. Il clan Casamonica? Non esiste. Gli striscioni? Li ho fatti io, personalmente, se scrivo ‘hai conquistato Roma, conquisterai anche il paradiso’ è perché in paradiso ci vanno le persone buone,  in paradiso ci vanno le persone per bene, non quelle che fanno omicidi, stuprano le madri o i bambini, o buttano i bambini nelle lavatrici…noi queste cose non le facciamo”.“Se io faccio un matrimonio e prendo la Rolls Royce non è che c’è la mafia. Noi Casamonica abbiamo sempre fatto le feste alla grande, da quando siamo qui a Roma. Signor Alfano non siamo mafiosi, non siamo persone cattive” afferma il nipote.

Brunetta: Alfano riferisca in Parlamento, Sel: Alfano si dimetta

Il funerale in stile hollywoodiano di Vittorio Casamonica andato in scena ieri, ha indignato anche Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia che in una nota ha chiesto ad Alfano di riferire in Parlamento per quanto accaduto. “Come è possibile che nessuno si sia accorto di niente? ha dichiarato Brunetta. “Di fronte all’ignobile scaricabarile delle responsabilità visto in queste ore tra il governo e le massime autorità della città di Roma, chiediamo che il ministro dell’Interno Alfano venga il prima possibile in Parlamento a riferire sull’intera vicenda, che ci sta ridicolizzando nel mondo”.

Su Facebook, Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e componente del ”direttorio” M5S scrive:  “Il funerale di ieri a Roma del boss Casamonica ci ricorda che la mafia è prima di tutto un atteggiamento. Per questo molti politici sono mafiosi: compiono atti efferati attraverso leggi vergognose – come quella che istituisce Equitalia o la riforma Fornero o quelle per salvare gli amici dalla galera – causano la morte per suicidio di migliaia di persone e poi si proclamano salvatori della patria. Sanno che rimarranno impuniti e di avere tutti ai loro piedi, inclusa la stampa, in maggioranza dalla loro parte. Sono convinti che un modo per fregarci alla prossima campagna elettorale lo troveranno sempre. Fino a dicembre in Italia c’erano quattro mafie a noi conosciute: cosa nostra, camorra, ”ndrangheta e sacra corona unita. Grazie a Pd, Forza Italia e Lega ora ne esiste una quinta, è a Roma e si chiama ”Mafia Capitale””.”Il funerale del boss è  un messaggio chiaro – aggiunge l’esponente M5S- facciamo quel che ci pare, lo Stato è nostro. La Chiesa gli celebra ugualmente la funzione nonostante Papa Francesco abbia scomunicato i mafiosi, sono convinti che nessun cittadino oserà mai ostacolarli. Addirittura gli è stato consentito il volo dell’elicottero per lanciare oggetti – sembra petali – sul corteo funebre, in una zona dove insistono due obiettivi sensibili: all’Anagnina c’è la Dia – Criminalpol- Antidroga e alla Tuscolana il quartier generale della Polizia di Stato. Neanche questo è in grado di controllare il ministero di Angelino Alfano, meglio che non torni dalle vacanze, ci resti per sempre”.

Ma le dimissioni di Alfano sono state richieste anche da Sel. Paolo Cento, segretario romano di Sinistra Ecologia Libertà ha infatti dichiarato, che dinnanzi ad una pagina vergognosa come quella che si è consumata ieri a Roma, “il buonsenso imporrebbe le dimissioni del ministro dell’Interno Angelino Alfano da presentare davanti al Parlamento perché in questi casi è la politica nelle sue più alte responsabilità che ci deve mettere la faccia e scusarsi con i cittadini al di la delle singole responsabilità tecniche. E in questo quadro, conclude Cento, “analogo ragionamento vale per il vicesindaco del comune di Roma Causi che in questi giorni svolge anche le funzioni di sostituto del sindaco. Qui non c”entra niente il ruolo di chi è maggioranza o opposizione ma il richiamo alle responsabilità che certi ruoli comportano anche quando le cose non vanno per il verso giusto”. 

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