Massacrò la fidanzata di botte per gelosia. Pena ridotta a 16 anni

I genitori della giovane inveiscono contro i giudici: “Vergognatevi”

ROMA – Sedici anni di reclusione in appello, quattro in meno rispetto al primo grado. E’ la condanna inflitta con rito abbreviato, dai giudici della prima sezione penale della Corte di appello di Roma a Maurizio Falcioni, il muratore di 36 anni accusato di tentato omicidio e maltrattamenti per aver massacrato di botte il 4 febbraio 2014 la fidanzata Chiara Indisioso Monda, per lungo tempo rimasta in coma. 

Lo sconto di pena non e’ piaciuto a Maurizio Insidioso, padre di Chiara, che, prima di accusare un malore, ha inveito contro i giudici di secondo grado. “Vergognatevi, e’ una sentenza scandalosa”, ha invece gridato la moglie in lacrime rivolgendosi alla Corte. Poi amici e parenti sono intervenuti per riportare i due alla calma. Il sostituto procuratore generale Roberta Maria Barberini aveva chiesta la conferma della sentenza emessa dal gup Giacomo Ebner che infliggendo 20 anni di carcere, tra gli applausi degli amici di Chiara, aveva attribuito all’imputato l’aggravante della continuazione nei due reati contestati.

Durante il processo, Falcioni ha preso la parola per manifestare il proprio pentimento per quanto successo: “Chiedo scusa per quel che ho fatto… chiedo perdono a Chiara”. La ragazza, risvegliatasi nel dicembre scorso dallo stato di coma dopo 11 mesi di ricovero all’ospedale San Camillo, permane in condizioni di salute largamente compromesse: ha un’invalidita’ del 100%. Il padre, con il quale Chiara comunica muovendo appena due dita, l’accompagna ogni giorno in un centro di riabilitazione. In passato il genitore non aveva esitato a pubblicare su facebook le foto choc della figlia per mostrare a tutti come l’aveva ridotta il fidanzato violento.

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