Sorpresa e amarezza nelle parole di Sergio Gentili, della Direzione del Pd
ROMA – “Sorpresa e amarezza”. Sono queste le parole che usa Sergio Gentili, della direzione del Pd, nei confronti di Eugenio Scalfari a fronte della richiesta avanzata al segretario dei Democratici di espellere dalla segreteria due giovani Democratici definiti “guastatori” perché avrebbero aperto una riflessione sul problema di eventuali elezioni anticipate. “Sì-afferma- provo sorpresa e amarezza, è triste che un vecchio liberale come Scalfari usi il reato di opinione per attaccare i giovani di sinistra. Interviene a gamba tesa perché Bersani si trasformi in epurator. Davvero una bella parabola per un liberale doc. I due componenti della segreteria, Stefano Fassina e Matteo Orfini ( ndr), bandiamo dal nostro linguaggio la parola guastatori- ricorda Gentili-sono due giovani di sinistra che ricoprono incarichi di grande responsabilità: l’uno dirige il settore economia e lavoro, l’altro quello della cultura e dell’informazione, Rai compresa.” Problemi –prosegue-che sono al centro dell’attenzione del Paese e sui quali il Pd esprime posizioni che non piacciono a Scalfari, chiamano in causa le politiche di Monti, vedi nomine Rai, scelte economiche che non affrontano i problemi della crescita, dello sviluppo”.
Il ruolo dei due giovani dirigenti dei Democratici
L’uno ha ribadito anche ieri che il Pd non indicherà nomi per il consiglio di amministrazione Rai e che serve una riforma della governance delle più grande azienda che produce, cultura, informazione, spettacolo. L’altro ha confermato gli impegni presi da Bersani nell’assemblea convocata dalla Fiom in particolare su problemi che riguardano i diritti dei lavoratori, le libertà sindacali, la necessità di una legge sulla rappresentanza, la cancellazione dell’articolo 8 che rende possibile derogare dai contratti nazionali e perfino dalla leggi. “ Se fossimo stati al governo- ha affermato Fassina- avremmo costruito le condizioni per sostenere gli investimenti in Italia. Di fronte a Fiat e Finmeccanica non saremo stati inermi”. Ricorda tutto questo Gentili nell’affermare che i due giovani Democratici non hanno bisogno di difese d’ufficio. Non è un reato criticare l’operato del governo,porre problemi relativi ad un cambio di passo, a scelte per affrontare una crisi che si fa sempre più grave, sollecitare misure per lo sviluppo”.
Per riflettere serve il permesso del fondatore di Repubblica?
Si può andare avanti così? “Se non si cambia la legge elettorale – sottolinea il dirigente del Pd- se non si interviene con un progetto di politica industriale, se non si fa centro sull’ecologia ambientale, i beni pubblici, le rinnovabili, se non si crea occupazione,ci troveremo ad affrontare lungi mesi di lenta agonia, per arrivare alle elezioni del 2013 con ulteriori danni per il Paese. Si può riflettere o si deve chiedere l permesso a Scalfari“ “A quale titolo-prosegue- il fondatore di Repubblica indica chi deve far parte della segreteria del nostro partito, una intollerabile interferenza nella vita di una forza politica che cerca con fatica di rinnovarsi, di aprirsi al dibattito, di rapportarsi alla società civile, che ha bisogno di nuove energie, di giovani di sinistra.
I possibili retroscena dell’attacco ai giovani di sinistra
Con Gentili ci fermiamo qui. Una volta tanto ci trasformiamo in retroscenisti. Perché questa uscita di Scalfari, vecchio volpone della politica? Una gaffe ? Un pensiero che gli è sfuggito? Non è da lui, uomo di mondo, di lunga navigazione. Colpisce nuora ma il vero obiettivo è suocera. Sulla Rai per esempio c’è stata una vera e propria esplosione di consensi per le indicazioni date da Monti, finalmente personalità che garantisscono indipendenza, autonomia, professionalità. Piero Ottone, non l’ultimo arrivato, sul giornale di Scalfari ci ha deliziato con un quadretto nel segno che ora i giornalisti saranno più liberi, saranno valutati per il loro lavoro. Ci penseranno i “tecnici” inviati da Monti,<presidente e direttore generale. Dimentica Ottone che esiste un consiglio di amministrazione dove la maggioranza l’avranno i sopravvissuti berlusconiani e una legge Gasparri che impedisce alla rai e a chiunque la governi di diventare una azienda normale. Il fatto che il Pd abbia deciso di star fuori dal Consiglio è un segno di forte critica alle scelte del premier che pure lui critica.
L’editorialista principe guarda lontano, al dopo Bersani
Lui,ma guai se lo fanno altri. Forse non è un caso che Repubblica titoli a tutta pagina: Rai, svolta Pd-Udc:” Monti scelga anche il Cda”. E’ una proposta avanzata da Fioroni, noi la prendiamo come una battuta. Comunque la scelta del Pd di starsene fuori da gioco di potere è stata ribadita guarda caso da un “guastatore”. Così come l’interesse e il consenso espressi da Bersani su importanti proposte della Fiom è stato ribadito dall’altra “ guastatore”. E si sa che la Fiom non trova buona accoglienza nelle stanze di Repubblica, il sindacato massimalista lo definisce. Ci viene il dubbio, i retroscena servono a questo, che Scalfari guardi lontano, a quali alleanze stringerà il Pd per andare alle elezioni, e poi a chi prenderà il posto di Bersani, candidato a presidente del Consiglio. E che il vero “guastatore” sia lui. Si torna così “allo sconcerto all’amarezza” espressi da Gentili per l’attacco ai due giovani di sinistra. A pensar male, si dice, si fa peccato, ma a volte ci si azzecca.