Perché il governo Monti può far tornare a galla il Caimano

 

Man mano che passano i giorni, l’”operazione Napolitano” (qualcosa che assomiglia un po’ alla “Operazione San Gennaro”, il mitico film degli anni Sessanta con Totò e Nino Manfredi) e cioè la formazione del governo di Mario Monti si palesa sempre di più come lo sciagurato strumento per far tornare al governo i berlusconiani con il loro premier.

Basta farsi un giro nei bar, per i mercati, ascoltare le chiacchiere della gente per strada e sarà facile convincersi che, negli umori dei cittadini, questo governo sta ammazzando l’Italia. Ora, soprattutto dopo l’introduzione di una tassa sulle vincite del 6% oltre i 500 euro di premio, gli italiani sembrano inferociti. Infatti, le scommesse sono diventate un’attività primaria per gli italiani e il giro di affari è in vorticoso aumento.

Ma, oltre a ciò, si percepisce come una sorta di sotterranea convinzione: “Meglio Berlusconi, almeno lui aveva tolto l’Ici”. A tutto ciò si deve aggiungere la “ disinformatcja”, tipica del regime sovietico, di quotidiani come “Il Giornale” e “Libero” , che ogni giorno, in uno studiato progetto politico, sparano a zero sulla manovra economica, inducendo la loro opinione pubblica a ritenere che le draconiane misure restrittive dell’attuale governo, Berlusconi e Tremonti non le avrebbero mai prese. Naturalmente, ci vuole tutto l’efferato sarcasmo del premier per ricordare, ai direttori di quelle testate, che lui sta semplicemente pagando la cambiale che il loro datore di lavoro aveva firmato a Bruxelles. Ma siamo sicuri che gli elettori se lo ricorderanno?

D’altronde, gli stessi berlusconiani e il loro premier sono impegnati in questo sporco gioco. Ogni giorno riescono a camminare sulla corda in bilico cercando di dissimulare i loro disastri e il tenue ricordo che possono averne i distratti cittadini impegnati nei gratta e vinci e, invece, di rimarcare quanto Monti e i suoi ragazzi stiano mettendo le mani nelle tasche degli italiani.

Noi già lo vediamo il Caimano, nella primavera del 2013, sul palco a piazza Duomo, nel giorno di chiusura della campagna elettorale, gridare spudoratamente: “Noi non abbiamo messo nuove tasse, anzi le abbiamo tolte, come l’Ici. Siamo stati costretti a lasciare il governo prima di poter raggiungere i risultati sperati. Dopo di noi sono arrivate solo tasse e sacrifici e, se l’Italia voterà per la sinistra, continueranno a mettere le mani nei vostri portafogli”. Nulla di più facile che, cittadini distratti come gli italiani (sempre impegnati nel gratta e vinci), gli ridiano la fiducia. A convincerli basterà prometter loro che la tassa sulle vincite sarà abolita.

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