Nerone gioca brutti scherzi. Vendere beni pubblici per 20 miliardi annui. Ma chi compra?

ROMA – Nerone gioca brutti scherzi. Dette fuoco a Roma, ora ha dato fuoco all’estate e la  calura batte in testa a retroscenisti, editorialisi, seguiti a ruota da autorevoli esponenti del governo, economisti, politici di lungo corso che  mettono a punto progetti contro l’indebitamento.

Lo stesso Monti ,ormai esaurita la spinta propulsiva, si è accorto che il vero problema da affrontare è quello del debito. Elsa Fornero, il ministro degli esodati, ora parla di “ autunno non facile”.  Si accorge che esistono  gli operai, ne riconosce il ruolo,parla di dignità della categoria. Susanna Camusso,segretario generale della Cgil ha gioco facile: “ Il governo ci è arrivato-dice- ora però non si limiti alle denunce e faccia quello che ci si aspetti da lui. Agisca,cambi rotta”. Ma, come si dice, fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Ma la direzione in cui si muove non è quella della crescita.  Nuovi tagli, vendite del patrimonio,  “ spending review 2” con altri 13 miliardi sottratti agli enti locali, colpendo ulteriormente  servizi. Sul piatto del governo compaiono , quasi per miracolo, progetti per far quadrare i conti, arrivano miliardi cento, duecento, trecento. Una manna.

Vanno di moda i piani per combattere l’indebitamento
Monti ha in testa un progetto, così Giarda,  Grilli ( vendere beni pubblici per 15-20 miliardi annui), Savona, Capaldo. Sul tavolo del premier  è arrivato un documento presentato  dalla Fondazione Astrid e messo a punto,fra gli altri, da Giuliano Amato, Franco Bassanini, presidente Cassa Depositi e prestiti,  Rainer Masera, Stefano Micossi, Marcello Messori, Paolo Guerrieri e altri studiosi.. C’è anche quello presentato da Alfano ma stendiamo una pietoso velo di silenzio. Basta dire che prevede una drastica riduzione delle tasse con Berlusconi alla guida del governo . Questo affannarsi  sul taglia debito, nei modi tradizionali, la svendita, anche di pezzi pregiati di una industria sempre più in disarmo,  non cambia di una virgola la  politica recessiva. “ Solo rigore, la crisi percepita in termini di bilanci e finanza”, dice Camusso. Non è un  caso,per quanto si conosce, che solo uno dei progetti, quello  Amato-Bassanini, proponga di tassare i capitali esportati. Forse qualche riflessione di maggior spessore politico e culturale, si dovrebbe fare a ben cinque anni dall’apertura della crisi. Il 9 agosto del 2007 la Banca centrale  europea iniettò sul mercato 95 miliardi di dollari per coprire emergenze e salvataggi con il denaro pubblico. Quella data segna l’apertura della crisi, che viene dagli Usa , leggi  fallimento Lehman.  Siamo ancora a discutere di salva stati, di misure contro la speculazione. I mercati non si sono rasserenati. E una via di uscita non si vede.  Si annaspa, una riunione dopo l’altra. Dice Stefano Fassina, membro della segreteria e responsabile del settore economico del Pd: “ Se il paese cresce i mercati si fidano. Se il paese non cresce i mercati  fanno “no” con la testa”.
Fassina (Pd) :un contro memorandum per affrontare la crisi

E in una lunga intervista rilasciata al “ Foglio”indica  dieci punti,cinque riguardano, appunto l’Europa, cinque il nostro paese.  Un“ contro memorandum” in risposta ai “ compiti a casa” che ci chiedono le burocrazie europee.
“Fate un esperimento – dice – prendete i dati del Fondo monetario dal 2008 a oggi, osservate il debito pubblico di tutti i paesi che stanno seguendo i programmi di austerità imposti dalle tecnocrazie europee e vi accorgerete che non c’è un solo paese che segue questi programmi che può vantarsi di aver ridotto il debito pubblico e di aver fatto rifiorire il prodotto interno lordo, e le previsioni per il 2013 sono di ulteriore peggioramento. “

Alfano:torna Berlusconi e diminuisce le tasse

Mentre i media sono invasi dai progetti per abbattere il debito, il consiglio dei ministri dovrebbe affrontare il problema del piano antidebito in una prossima riunione, l’allegra politica si sbizzarrisce, offre materiale “inedito” ai retroscenisti. Sono gli ultimi fuochi, ci scusi Nerone, di apprendisti stregoni. Le manovre, gli scenari futuri, sono tutti ben serrati dentro il Palazzo.  Alfano spiega perché Berlusconi deve candidarsi, Glielo chiede tutto il Pdl, dice,  perché lui  è capace di affrontare la crisi, di diminuire le tasse, di riprendersi il posto di presidente ceduto generosamente al governo tecnico che non ha dato bella prova di sé. Poi una disputa fra Alfano e Casini: chi rappresenta più autorevolmente i moderati? Noi del Pdl, dice il segretario di Berlusconi. No,risponde Casini, siamo nati prima noi.

Nell’agenda politica  di Casini  torna la “ Cosa bianca”

E compare di nuovo un progetto più volte annunciato dal  leader dell’Udc, un grande centro , a “ Cosa bianca”con la presenza di personalità che vanno dal ministro Passera  al ministro Riccardi, a Emma Marcegaglia, Luca  Cordero di Montezemolo, non mi candido però , fa sapere,il presidente delle Acli, il segretario generale della Cisl, Bonanni, il presidente di Coldiretti. Casini, Fini e Pisani, racconta Repubblica, hanno messo a punto  il progetto che avrebbe il consenso di una folta pattuglia, in centinaio si dice, di parlamentari del Pdl. Tutto dovrebbe partire agli inizi di settembre quando Casini scioglierà in modo ufficiale<l’Udc e con Fini lancerà il nuovo partito. Altri giornali offrono versioni diverse e parlano di “lista Monti”, ma il premier avrebbe pregato di lasciar perdere di non chiamarlo in causa.  Da tutto questo chiacchiericcio  Bersani si chiama fuori, il Pd “usa” la festa nazionale dell’Unità a reggio Emilia e quelle in corso in tutto il paese,per lanciare la “carta di intenti,  ne sono state inviate copie e mille soggetti, associazioni, movimenti , intellettuali,per aprire un dibattito di massa  sul programma di governo,  sull’alleanza dei democratici e dei progressisti, sul patto di legislatura da proporre a forze liberali, moderate di Centro. Tanti invitati. Fra questi non figura Di Pietro. Lui, dicono, si è chiamato fuori.


Condividi sui social

Articoli correlati