Grillo all’attacco, ma il seme dell’odio non fa bene all’Italia

Il comico genovese smentisce: nessun movimento revolution di fuoriusciti. Botta e risposta con Renzi

ROMA – E’ ormai guerra aperta tra il comico genovese, i partiti politici e una parte della stampa accusata di essersi schierata contro il fondatore del movimento 5 stelle. Ieri la notizia dell’esposto all’Agcom, che avrebbe creato una crepa nel partito dei grillini,  è stata categoricamente smentita. Anzi, lo stesso Grillo ha precisato che al sito movimento revolution, a cui farebbero parte i fuoriusciti delusi, altro non è che un sito gestito ad personam da Gaetano Vilnò,  personaggio che – riporta testualmente il sito di Beppe Grillo –  “purtroppo ben conosciamo da anni e che mai ha fatto parte del movimento”.

Tuttavia Grillo non ha perso tempo per replicare alle accuse mosse nei suoi confronti.  “Media e partiti istigano a eliminarmi. Il rito quotidiano dell’odio da parte di aizzatori di professione nei miei confronti, nei confronti degli appartenenti al movimento 5 stelle e dei miei collaboratori sta diventando fragoroso, insopportabile, indecente – scrive Grillo -. Lo scopo è quello, chiaro, di creare dei mostri da abbattere per mantenere lo status quo”. E per finire la ciliegina sulla torta: “l’informazione sta sconfinando in molti casi in istigazione a delinquere, come avvenne negli anni di piombo. Li diffami, li isoli e poi qualcuno li elimina. Ci vediamo in Parlamento. sarà un piacere”. Così liquida i suoi nemici il comico genovese, anche se lui per coerenza in Parlamento non potrà sedersi visto che ha subito una condanna per omicidio colposo a causa di un incidente stradale nel 1980, nel quale persero la vita tre persone.

Perfino il magistrato antiterrorismo Gerardo D’Ambrosio è intervenuto nella bagarre politica appena ha udito la parola anni di piombo.  “E’ follia pura evocare il rischio attentato. Beppe Grillo o ha perso la testa  o sta attuando l’ennesima operazione mediatica per attirare l’attenzione”. “Non solo – aggiunge il magistrato –  non esiste nessuna minaccia reale di un’azione fisica nei suoi confronti ma mi chiedo anche, e bisognerebbe chiederlo allo stesso Grillo, a chi verrebbe mai in mente di eleiminarlo fisicamente. Per che cosa? A quale scopo?”.

Stessa posizione quella emersa dalle parole di Matteo Renzi, che parla di un  Beppe Grillo  in crisi di visibilità. “Si rende conto che via via che passano i giorni le sue promesse si sciolgono come neve al sole”, dice il primo cittadino di Firenze.
E poi: “In questa crisi di visibilità – ha aggiunto Renzi -, da acuto utilizzatore dei media, deve tutti i giorni inventare qualcosa. Grillo che si lamenta dell’eccesso dei toni nella comunicazione è l’emblema della contraddizione in termini. Un signore che riempiva le piazze con 10.000 persone per insultare gli altri, come può oggi lamentarsi degli eccessi dell’altrui comunicazione?” Tempestiva la risposta del comico che descrive su Twitter il sindaco fiorentino così: “Hanno bussato alla porta e non c’era nessuno: era Matteo Renzi”.

Un botta e risposta degno di questi tempi caotici, dove impera la volgarità e la voglia di strafare. Eppure le  battute in questa dialettica priva di sostanza non fanno bene a nessuno. Anzi, alimentano la confusione, visto che siamo alle porte delle politiche e la posta in palio è appetibile per chiunque si appresti a vincere la corsa. Bisognerebbe pensarci, almeno 10 secondi, prima di replicare con battute da bassa lega, specie in un momento come questo dove le difficoltà delle famiglie, dei lavoratori, dei precari e disoccupati e degli anziani hanno priorità assoluta nel triste dibattito politico italiano. Invece, ancora una volta resta quell’amaro in bocca che ha il sapore di una sconfitta. E non per tutti, perchè a rimetterci non il comico di turno, dalle spalle ben coperte, che ha deciso di scendere in campo per denunciare le malefatte, per essere sempre nel giusto. Magari salvandoci pure dalle intemperie della crisi economica. Bensì, saranno i soliti ignoti a pagare, ovvero tutti noi.

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