ROMA – Marchionne aveva dato un ceffone al governo con l’ìntervista rilasciata a Repubblica mentre non rispondeva alle richieste di incontro per fare “ chiarezza” da parte dei ministri Passera e Fornero.
E’ stato lo stesso Monti , dopo aver tentennato per diversi giorni, pressato da Bersaniin particolare, a telefonare all’ad del Lingotto. . Sabato a Palazzo Chigi, alle ore 16, ci saranno Monti, Passera e Fornero, ad attendere lo stesso Elkann e Marchionne.
Negli ambienti di Palazzo Chigi l’intervista rilasciata da Marchionne al direttore di Repubblica, Ezio Mauro, aveva suscitato irritazione. Nel frattempo Fornero se l’è presa con Vauro per una vignetta “ scostumata”-dice lei, offesa perché raffigurata in abiti succinti,in attesa di uno squillo di Marchionne . E’ arrivata la lunga intervista a Repubblica e Fornero si precipitava a dire:”È una bella intervista sotto tanti punti di vista”. Cosa ci sia di bello solo lei lo vede . E’ una intervista che non ha niente di estemporaneo e mette in mostra, se ce ne fosse bisogno, l’arroganza che caratterizza il manager col girocollo. “ Se mi cercando-aveva detto riferendosi al governo-li vedrò “con l tono di chi si scomoda perché lui deve andare a Las Vegas Quando gli viene ricordato da Mauro che lo stesso Romiti sostiene che lui ha colpe precise, se la cava così: “Mi dispiace ma il mondo Fiat che abbiamo creato noi non è più quello di Romiti. E anche la parola cosmopolita non è una bestemmia, come sembra intendere qualcuno”. Sembra Renzi, che non a caso è un suo fan, anche lui vuole rottamare tutti. Può consolarsi con il senatore Ichino, del Pd, area ultra liberal, il quale neppure di fronte all’evidenza dei fatti, riconosce che i” Progetto Fabbrica Italia” era un bluff”
Domande azzeccate di Ezio Mauro e risposte elusive del manager
Leggendo le due pagine, domande azzeccate di Ezio Mauro e risposte elusive, spesso arroganti, frasi fatte si capisce una sola cosa. Che, dice Marchionne non lascio l’Italia, ma non investe un euro dei venti miliardi promessi, non ci saranno nuovi modelli da mettere in vendita, non ha parlato di esuberi, chiusura di stabilimenti, se la prende con la Fiom perché ci sono settanta cause aperte.. Poi quando Mauro gli dice che “ le chiederanno garanzie per la Fiat in Italia e vorranno sapere qual è il suo disegno strategico” risponde : “ Mi impegno ma non posso farlo da solo, ci vuole un impegno dell’Italia, (leggi governo ndr)”.Che bussi a soldi? Disegni strategici non ce ne sono. Lo dice apertamente. Eppure la crisi colpisce anche i concorrenti della Fiat ma continuano a investire a immettere sul mercato nuovi prodotto Bmw punta sull’auto ecologa, Fiat su cosa? Per i prossimi due anni non sono previsti investimenti. Il futuro, par di capire, sarà di cassa integrazione, mobilità. Ci sarà bisogno dell’intervento del governo, dei soldi dei cittadini italiani. Del resto la storia della Fiat è una storia di incentivi. Il Partito democratico, a fronte dell’intervista, ha presentato una interrogazione parlamentare.
Bersani: il progetto “ Fabbrica Italia” non è mai esistito
“Marchionne dichiara che la Fiat potrà restare in Italia grazie ai profitti realizzati in altri Paesi, ma non ci dice- afferma la senatrice Annamaria Carloni, prima firmataria dell’interrogazione- perché gli stabilimenti italiani abbiano perso centralità nel progetto Fiat. Sicché tutte le domande sulla valenza di ‘Fabbrica Italia’ restano senza risposta.. Bisogna fare presto – conclude – per scongiurare che la tensione tra i lavoratori arrivi a livelli incontrollabili”. E Pier Luigi Bersani aveva premuto Monti perché convocasse l’ad del Lingotto. “Troppo cauto il governo nell’affrontare la questione avrebbe dovuto incalzare Marchionne, anche perché era evidente che il progetto Fabbrica Italia non è mai esistito. Invece non l’hanno fatto”. Sul fronte sindacale Susanna Camusso, riferendosi anche alle accuse rivolte alla Fiom per le settanta cause aperte, un diversivo troppo scoperto, dice che Marchionne ha una una posizione molto difensiva, nella quale, però, non dà le risposte di cui il Paese ha bisogno”. “ Il tema rileva il segretario generale della Cgil- non è fare promesse. Ancora una volta, è che non dice verso dove vuole investire, in che tempi e con quali caratteristiche”.
Camusso:siamo in assenza di un vero piano industriale
A giudizio della numero uno della Cgil “le promesse, senza questi numeri, senza questi dati, non servono”. Poi, ha proseguito, “se c’è la crisi e tutto si azzera vuol dire che siamo in assenza di un piano industriale e – ha concluso – quindi è legittimo chiedergliene uno”.”La Fiat ha in mente di andarsene dall’Italia. Il problema è ben più grave dell’ipotesi della chiusura di uno stabilimento. Allo stato attuale-dice il segretario generale della Fiom, Maurizio Naldini- vuole non investire in Italia e questo comporta il rischio che l’intero settore auto salti. Il problema è impedire che ciò avvenga”. Giorgio Airaudo, responsabile settore auto Fiom, afferma che Marchionne non dà alcuna rassicurazione, è solo un modo per prendere tempo . Non è la prima volta che dice che mantiene gli stabilimenti in Italia con le vendite ed i profitti fatti all’estero.
Fra Della Valle, Elkann e Marchionne volano gli stracci
Serve un accordo e solo il governo può farlo.. Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl chiede a Marchionne una immediata convocazione per chiarire se il Piano Fabbrica Italia lo mantiene ( ma ha già detto di no ndr) e lo utilizza quando riprende il mercato oppure, a prescindere da questo lui non lo vuole più utilizzare”. Se si pensa che Bonanni,firmatario dei nefasti accordi con Marchionne per Pomigliano e Grugliasco di cui si dice orgoglioso non cè che da dire: la<lingua batte dove il dente duole. Non è un caso che il quotidiano economico tedesco “ Handelsblatt” definisca Marchionne il “Pinocchio del giorno”. Infine continuano a volare gli stracci fra , Marchionne e Elkann., uniti contro Della Valle che nel frattempo annuncia di aver aumentato le quote nel Corriere della Sera cui anche Fiat è interessata.