Bambini senza diritti. “Io sono l’ispettore, lei non è nessuno”

ROMA – Grazie a Chi l’ha visto, grazie ai siti on line, ai blogger, ai giornalisti, anche gli improvvisati dell’ultimo minuto, che attraverso la rete hanno diffuso le immagini di quanto successo in una scuola di Cittadella.

C’è poco da recriminare il video, come ha fatto il il Garante per la protezione dei dati personali, invitando le persone a cancellarne ogni traccia dalla rete. Video che tra l’altro sfuma il viso dello sfortunato protagonista. Se così non fosse stato chi mai avrebbe conosciuto questo increscioso episodio, che probabilmente sarebbe rimasto circoscritto dentro le mura dell’antico comune nel padovano.
Quale media ne avrebbe mai parlato se il programma “Chi l’ha visto” non l’avesse trasmesso facendo indignare milioni di persone, che incredule hanno osservato scene d’una violenza inaudita contro un piccolo bambino di appena 10 anni, trascinato a forza dentro una macchina della Polizia davanti agli occhi increduli dei presenti, scioccati anche loro dalle urla strazianti di un figlio che lotta fino alla fine per non essere strappato dalla sua mamma.
Le immagini parlano da sole e non serve tanto entrare nel merito della questione, ovvero di una separazione finita male, probabilmente tra carte bollate e avvocati e con un figlio conteso tra  due coniugi esasperati. Ma qui entrano in gioco le istituzioni, quelle che in taluni casi sono costrette a sostituirsi con estrema sensibilità e capacità a situazioni familiari difficili e pericolose in cui la protezione per i soggetti più deboli diventa la priorità assoluta.
L’esatto contrario di quanto offrono le vergognose immagini, in cui regna la completa assenza di quel minimo di sensibilità che questa operazione richiedeva.
Bastano poche regole, che già esistono nero su bianco nella Convenzione sui diritti per l’infanzia. Piccoli principi alle quali le stesse istituzioni devono ispirarsi, perchè sono state siglate dai loro governi. E di istituzioni coinvolte in questo frangente ce ne sono. Eccome, dal Tribunali dei minori che ha ordinato il prelievo del piccolo, ma con “discrezione” riporta il provvedimento, agli agenti di Polizia che dopo i metodi ben documentati rispondono con una frase che ci fa precipitare improvvisamente in un’epoca da dimenticare:”io sono l’ispettore, lei non è nessuno”. Questa Italia non è più quella che ricordavamo.

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