ROMA – Cosa sia il Centro dei moderati non lo sanno bene neppure loro, chi si contende a colpi di “manifesti,” interviste, convegni, contro interviste e contro convegni, la rappresentanza politica di quelli bche si suppone siano gli elettori “ moderati”.
Che non si bene cosa siano, chi li abbia contattati, cosa vogliono. Una babele che solo nel nostro paese ha diritto di cittadinanza e, per paradosso, indebolisce il centrosinistra, privo di validi e reali interlocutori con cui scontrarsi, confrontarsi, allearsi oppure no. Intanto i sostenitori della esistenza del Centro cadono in una palese contraddizione. Personaggi come il segretario generale della Cisl Bonanni, i ministri Ornaghi e Riccardi che esprime movimenti cattolici da cui proviene come la Comunità di Sant ‘Egidio, il presidente delle Acli, Andrea Ornero, dicono che non esiste più la destra e la sinistra. Se non ci sono più dove si trova il Centro? Mistero. Sorvoliamo, ci sono altri pretendenti alla rappresentanza di un polo moderato che vedono il c entro alleato con la destra. Sono i reduci del Pdl che non sapendo a che santo votarsi si propongono loro come espressione di una politica liberale, tornando al Berlusconi prima maniera. Inutile dire che di liberale i governi del cavaliere non avevano alcuna traccia. L’alleanza con la Lega al Nord e con l’Udc o come si chiamavano i cattolici di Casini ne sono prova inconfutabile. In tutto questo bailamme in primo piano Luca Cordero di Montezemolo , non più conduttore di treni in concorrenza con Trenitalia, ma vicepresidente di Unicredit , ovviamente uomo della rossa Ferrari.. Ha deciso che non si candida ma “ aiuta” persone di buona volontà perché, dice, “ c’è bisogno di portare aria fresca che viene dalla società civile. E annuncia la presentazione del “ Manifesto” a nome di Italia Futura, la sua associazione, nella assemblea che si terrà il 17 novembre. Sentire Montezemolo che parla di “ società civile “, fa un po’ senso. Dovrebbe magari parlare di società dei manager, ma sorvoliamo ancora.
I cattolici del gruppo di Todi critici con Montezemolo
Comunque quei cattolici che si riunirono a Todi e buttarono giù una bozza di manifesto, appunto, Riccardi, Bonanni, Ornaghi, Olivero, si risentono. Non ci stanno a che Montezemolo si intitoli l’iniziativa. Non solo dal gruppo di Todi si sono chiamati fuori personaggi come il presidente di Confcooperative e di Coldiretti. E si parla di Todi dimezzata in alleanza con Italia futura, da cui si è chiamata fuori Emma Marcegaglia, anche se ha fatto sapere che non rompe con Montezemolo.,però le cose vanno fatte in modo unitario Come vedete tutta “ società civile”. Poi c’è il giornalista economico , Oscar Giannino, che non ne azzecca una,insieme ad un economista come il professor Zingales, un editorialista dell’ Espresso..Il giornalista nota in particolare per il suo modo di vestire stravagante, si chiama fuori e se la prende con Italia futura perché nongli è stato presentato il documento e ora si pretende che io accetti a scatola chiusa. Un tal Romano di Italia futura dice che glielo ha inviato e per ora pare chiusa lì. Quale ‘ l’obiettivo del manifesto conteso?.Ognuno lo tira dalla parte propria. Dice Montezemolo che l’iniziativa “ non è contro nessuno, ma è rivolta al dopo,oltre una politica che ha portato un distacco senza precdenti tra cittadini e vita pubblica”. Il ministro Riccadi afferma che non mira “a creare un nuovo partito di centro ma rappresenta un invito a “guardare oltre le sintesi destra e sinistra puntando a una legislatura costituente che ripensi la struttura del Paese”. Belle parole, ma che vogliono dire? Olivero dice che “ l’orizzonte è quello delle elezioni politiche e che il Manifesto “ evolverà. In un partito, una lista civica o un movimento di cittadinanza. Lo decideremo il 17 novembre”. A questo punto entra in campo Casini. Fino ad oggi lui si presentava con l’Udc come il centro catalizzatore di tutti i moderati. Ora deve affrontare la concorrenza. Come? Intanto punta a non perdere visibilità, altrimenti la sua carriera politica è finita. Il nodo da sciogliere, i programmi sono cosa secondaria riguarda se presentare una lista unica o liste separate. Alla prima soluzione punta Italia futura alla seconda Casini il quale parla di una lista “ per continuare il lavoro del governo composta da esponenti della politica che hanno lavorato con Monti e da espressioni della società civile”.
Bersani: “Non tirate troppo Monti per la giacca”
Tutto il guazzabuglio nel mone di Monti, cui si chiede di benedire la o le liste pur rimanendone fuori e pronto al Monti Bis con relativa Agenda Monti. Alfano vuol dire la sua. Parla di primarie aperte alla Lega e anche all’Udc.Le alleanze, il Monti bis? Se ne riparlerà dopo le primarie del 16 dicembre. Con l’incognita Berlusconi dopo la sentenza, potrebbe scendere di nuovo in campo Insomma a noi sembra che invece di parlar di politica, di programmi, dei economia reale, dell’Italia che soffre si salga, si scenda, poi si risalga su un tram . Bersani sta a guardare. Attende il tram al capolin ea Dal congresso dei socialista francesi cui partecipa come invitato di riguardo,fuma un sigaro, si gode dell’accoglienza che ha avuto, della sintonia con Hollande e dice: “ Noi non abbiamo pregiudizi,poi vedano loro. Osservo e sono interessato a discutere con il Movimento di Riccardi e Montezemolo. Attenzione però a non tirar troppo Monti per la giacca”. A buon intenditor, come si dice, poche parole.