Monti. Un amore sviscerato per il “partito caserma”

ROMA –  Se fai una “ passeggiata” nei circuiti televisivi, radiofonici, con aggiunta di twitter, e altri ammennicoli,  a qualsiasi ora trovi un Monti o un Berlusconi.

Pare che si inseguano, ti raccontano quanto sono bravi, ti promettono meraviglie, la tecnica è quella  del più uno.  Per chi si candida a governare il Paese, come Monti, questa gara a chi le spara più grosse, è un fatto molto grave, più di quanto non lo sia per Berlusconi, il quale è un noto barzellettiere . E poi non si candida più a premier, come ha promesso a Maroni  Certo può anche non mantenere la parola,tanto sarà ben difficile che Pdl e Lega possano tornare a governare e a produrre danni.  Ma il prof non si limita a promettere mari e monti, ci si scusi il bisticcio di parole, cosa non  degna di un “tecnico”, di un bocconiano. Dai sui vari interventi viene fuori una sua idea molto pericolosa di  politica, di partito. Lui  fa finta di non far scendere in campo un nuovo partito. O meglio di far “salire” in politica un nuovo partito. Ma in realtà si tratta   di un partito caserma. Non solo ha messo la sua firma, quasi  una gigantografia,  nel  simbolo del suo “ movimento”. Si va così ad allineare alla peggiore immagine della politica, il  partito personale, dove uno detta legge e gli altri si inchinano.

Il prof ignora il valore del pluralismo delle idee

Ma pretende che gli altri partiti siano simili al suo, ripetiamo “partiti caserma“ dove  il pluralismo delle idee, il confronto, vengono messi al bando. Uno detta, tutti approvano.  E su questo terreno va sempre più avanti e pretende che gli altri soggetti politici siano tutti a somiglianza di quello che ha messo in campo.  Il suo bersaglio è diventato il Pd. Ad ogni domanda che gli  pone sulla collocazione della coalizione di cui il prof è a capo invece di rispondere da fiato alle  trombe. Prima ha intimato a Bersani di far  tacere Fassina, Vendola, Camusso e la Cgil, Landini e la Fiom. Poi va a caccia di qualche possibile transfuga dal Pd. Sembra Berlusconi quando assoldava gli scilipotiani  ed altri bemeriti parlamentari, benemerito nel senso cher hanno consentito al cavaliere di prolungare la sua agonia e quella dell’Italia. Non basta.

Ora fa  anche l’esame   del sangue ai Democratici

Ora fa proprio l’esame del sangue al Pd. Bersani ribadisce, lo aveva detto anche Letta, che nel caso di vittoria alle elezioni la coalizione di centrosinistra avrebbe aperto un discorso con tutte le forze europeiste, costituzionalista., per una possibile alleanza. E chiede però a Monti di dire contro chi combatte, visto che alcuni ultimi atti, vedi candidatura di Albertini a capolista al senato a Milano, possono dare adito a qualche sospetto. Il prof, come ormai è solito, evita di rispondere. Dice vedremo poi. Non solo. Fa l’esame del sangue al centrosinistra. Dice che sul compact fiscal c’è chi la pensa in un modo e chi in un altro e poi snocciola problemi sui quali vi sono diversità di posizioni fra  gli esponenti del Pd in primo luogo. Insomma sarebbe un gran casino, impossibile rispondere a Bersani quando gli chiede da che parte  sta.

La Carta di intenti indica le scelte  del centrosinistra

Ma davvero il prof ignora che il Pd, con la Carta di intenti, ha proposto una linea politica,  che nella storia di questa legislatura alla Camera e al Senato i gruppi del Pd, hanno espresso una e una sola politica. Ignora forse che in questo anno in cui ha presieduto il governo i parlamentari del Pd  gli hanno votato la fiducia che ha consentito a lui di andare avanti. E poi professore, ma si guardi intorno.  Olivero  ex presidente delle Acli la pensa come Bombassei, un duro di Confindustria? Scorrendo i nomi dei possibili candidati della sua lista e poi di quelle dell’Udc e di Fli, tutti la pensano allo stesso modo? No, non può un professore ignorare che esiste la parola pluralismo, che è il sale della democrazia. Lasci ad altri la caserma, senza offesa per i militari.

Dimenticano ambedue che in questo anno sono stati approvati dei provvedimenti  economici che hanno costretto milioni di perone a duri sacrifici. Monti  ha presentato una cinquantina di decreti ed ha chiesto altrettante fiducie. O così o si cadeva nel baratro. Bisognava dare attuazione  alla famosa lettera arrivata e sollecitata da Berlusconi da parte della Bce in cui si dettavano i compiti. Era stato lo stesso cav  a sollecitarla in questo non sapeva più come uscire da una situazione disastrosa in cui  proprio le sue politiche avevano cacciato il Paese. Aveva raccontato agli italiani che andava tutto bene e non poteva smentirsi dopo neppure  qualche mese.  Monti ha proposto, Berlusconi ha approvato. Anche Bersani lo ha fatto, cercando di mettere qualche paletto

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