Elezioni. Ultimi scontri senza confronto, tra divorzi e voto disgiunto

ROMA – Ultimi 5 giorni di una campagna elettorale infuocata, in cui candidati e sostenitori sparano le ultime cartucce per rimarcare le distanze tra la loro formazione e quella degli  avversari.

Nel frattempo, il tema caldo rimane ancora il possibile confronto televisivo tra leader a cui Mario Monti dice di tenere molto. “E’ un momento di democrazia”, sottolinea il presidente del Consiglio uscente, “non possiamo trattare i cittadini come dei minorati”. E sulla mancata intervista di beppe Grillo aggiunge: “Gli altri candidati premier stanno deludendo le aspettative e gli interessi legittimi dei cittadini”.

Eppure il professore, se non se ne fosse accorto, non è molto preso molto in considerazione, neppure da Silvio Berlusconi che oggi ha declinato l’invito così: “I confronti si fanno con i candidati in lizza e Monti non è in lizza perchè non ha nessuna possibilità di vincere”.
Oggi, sempre Monti, ha voluto mettere i puntini sulle “i”, precisando nuovamente che tra lui il Pd e Sel di Nichi Veldola non c’è nulla da spartire. Probabilmente non ci sarà accordo nè prima, nè tanto meno dopo il voto elettorale. Parole rassicuranti, almeno per il popolo della sinistra, che non sopporterebbe l’idea di trovarsi in casa un professore petulante e così distante dall’economia reale che i cittadini sono costretti ad affrontare ogni santo giorno. “Basta, finiamola con questo balletto sul confronto tv, io dico facciamolo tutti”, ha detto, invece Pier Luigi Bersani. E poi rispondendo a Monti ha precisato: “Noi, se dovessimo vincere le elezioni, governeremo senza essere
faziosi perchè siamo responsabili”. E sulla possibile alleanza con Monti in caso di ingovernabilità al Senato e sulle dichiarazioni dell’attuale premier, Bersani è stato chiaro: “Noi siamo sempre aperti alla discussione. Se gli altri mettono al primo posto altre cose prima dell’Italia è un problema loro: noi governeremo senza essere faziosi perchè siamo una coalizione responsabile”.

Berlusconi avverte la Lega

Il Cavaliere, intanto  minaccia la Lega Nord dai microfonid di Sky Tg24: “Se questi ci creassero delle difficoltà centralmente nel governo facciamo cadere le giunte delle tre regioni”(quelle a guida leghista ndr). Immediata la replica tranquillizzante del presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota: “Non mi sembra che ci siano dei
problemi. Il miglior termometro sarà stasera con Berlusconi e Maroni insieme sul palco”.

Zingales. “Giannino, il bugiardo”

Anche in casa Giannino c’è  un po’ di maretta. Oggi l ‘economista padovano Luigi Zingales, uno dei promotori di  Fare per fermare il declino, ha deciso a pochi giorni dal voto di lasciare la formazione politica di Oscar Giannino. Alla base del divorzio, ha spiegato il docente della Chicago Booth School of Business è la scoperta casuale «quattro giorni fa» del fatto che Giannino avrebbe «mentito in televisione sulle sue credenziali accademiche, dichiarando di avere un Master alla mia università
anche se non era vero. Anche la sua biografia presso l’Istituto Bruno Leoni, ora prontamente rimossa, riportava credenziali accademiche molto specifiche e, a quanto mi risulta, false. Questo è un fatto grave, soprattutto per un partito che predica la meritocrazia, la trasparenza, e l’onestà», ha scritto.

Per Zingales il fatto «ancora più grave è come questo brutto episodio è stato gestito. In una organizzazione che predica meritocrazia, trasparenza, ed onestà, la prima reazione avrebbe dovuta essere una spiegazione di Giannino ai dirigenti del partito, seguita da un chiarimento al pubblico. Invece Oscar si è rifiutato, nonostante io glielo abbia chiesto in ginocchio».
 
Voto disgiunto per Ichino
E se Zingales lascia Oscar per una questione prettamente etica, Pietro Ichino  scioglie la riserva e annuncia che voterà il candidato del centro-sinistra, Umberto
Ambrosoli, alle regionali lombarde. In un editoriale postato sul suo sito, l’ex esponente del Pd, ora candidato nella lista Scelta civicà di Mario Monti al Senato (Toscana e Lombardia), annuncia la sua scelta, spiegando di credere nel carattere «civico» della candidatura di Ambrosoli.  Insomma non la prenderà molto bene Monti, che più volte ha ribasito che il suo candidato è  Gabriele Albertini.

Ingroia attacca Grillo. ” non ha proposte concrete”

Intanto Beppe Grillo incassa altre critiche dopo la sua rinuncia all’intervista di ieri. “Grillo è abile nel fare marketing politico ma, se si va alla sostanza dei fatti, non ha proposte concrete. Per questo, ha rifiutato e non vuole accettare il confronto con me e con gli altri candidati. E evidente che teme le domande”, tuona  il candidato premier di Rivoluzione Civile, Antonio Ingroia. “Ho tentato un dialogo con Grillo perchè molte battaglie sono comuni, ma lui ha preferito inseguire l’elettorato di
destra, attaccando la magistratura e strizzando l’occhio a Casapound. Gli ho chiesto se sosterrà la nostra proposta sul recupero dei capitali illeciti e su una patrimoniale per i super ricchi, ma non ha ancora risposto”.

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