Grillo, guai a contraddirlo. Per questo piace alla destra estrema di Le Pen

ROMA –  A quanto pare Beppe Grillo piace all’estrema destra francese. Si devono essere accorti anche Oltralpe che i metodi del comico genovese sono davvero affini con il movimento di Marine Le Pen. D’altra parte è risaputo che quando  chiesero a Grillo se era antifascista lui rispose: “Non è un problema che mi compete”.

“L’Italia sta cominciando ad avere coscienza del ruolo negativo delle leggi europee… Se Grillo vuole incontrarmi basta che me lo chieda. Noi siamo convinti che le forze euroscettiche che vogliono il cambiamento in europa debbono incontrarsi. I popoli europei devono dire la loro, hanno il diritto alla sovranità”, è il messaggio che Le Pen invia a Grillo, nella speranza di un incontro ravvicinato.
Tuttavia la questione posta dalla figlia del noto Jean-Marie  potrebbe attendere perchè in Italia Grillo e il suo movimento sono ancora impegnati in una fase di collaudo ad oltranza, in cui le contraddizioni interne iniziano ad emergere con una chiarezza cristallina. Oggi persino Vito Crimi è stato bacchettato dal fondatore del Movimento 5 Stelle per questa frase apparsa nel suo blog in riferimento alla scelta di Napolitano sui “saggi”: “Forse poteva essere intrapresa una strada mai percorsa prima, e cioè di affidare il governo a Bersani che con i suoi ministri poteva presentarsi al Parlamento e qualora non avesse ricevuto la fiducia poteva continuare, alla stregua dell’attuale governo Monti, senza la fiducia ma solo per gli affari ordinari. Almeno sarebbe stato rappresentativo di una  maggioranza relativa e non di una strettissima minoranza come il governo Monti in regime di prorogatio”.

Il pensiero di Crimi non è piaciuto affatto al comico che  ha subito replicato dal suo blog direttamente al capogruppo in un post dal titolo  “i puntini sulle i”. Post in cui Grillo ha ribadito la sua posizione, che consiste poi nella solita bocciatura di Bersani.  “Non è meglio di Monti, – scrive Grillo –  è semplicemente uguale a Monti, di cui ha sostenuto la politica da motofalciatrice dell’economia”.
Insomma Grillo continua con la sua linea imperterrito e guai a contraddirlo: parla di Parlamento sovrano che può eliminare il Porcellum, avviare le riforme, fare una legge sulla corruzione e sul conflitto d’interessi, costituire immediatamente le commissioni e tante altre cose. Tutti provvedimenti più che legitimmi. Peccato che senza governo il parlamento non possa andare avanti. “Una elementare e drammatica verità” per dirla alla maniera di Bersani.
Ma c’è dell’altro. Grillo ribadisce che il suo movimento sta facendo politica mentre gli altri “giocano alle belle statuine discutendo di poltrone e non di soluzioni”. E poi ricorda che il M5S ha chiesto un incarico di governo,  ma sta ancora aspettando una risposta.
Da quale pulpito. Il M5S non si rende conto dell’occasione che ha perduto. Lo abbiamo scritto in tutte le lingue, lo abbiamo ricordato in tutte le occasioni. Doveva capirlo lo stesso Grillo che agendo così il suo movimento sta perdendo colpi, anzi consensi, che anche gli stessi elettori che l’hanno votato iniziano a dubitare sulla croce che hanno segnato sopra il loro logo nella cabina elettorale. La battaglia di Grillo  non sta portando da nessuna parte. Insomma, è brutto dirlo, ma si sono giocati la partita e il loro elettorato, incazzatura o meno, è rimasto inascoltato.

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