I sindacati, l’Italia crolla, iI governo ci incontri subito. Ancora non c’è risposta

ROMA – Bene che Enrico Letta appena eletto, proprio poche ore dopo il voto di fiducia, sia partito in giro per l’Europa incontrando i capi di Stato e di governo con i quali ha istaurato, da subito, un rapporto cordiale, quasi di immediata simpatia. In particolare  sono stati importanti gli incontri con  i tecnocrati della Commissione europea in vista della possibile chiusura della procedura di infrazione visto che il deficit pubblico è tornato sotto il 3%. Ciò sbloccherebbe risorse per affrontare i problemi più urgenti..

Ma la situazione resta  comunque drammatica e sarebbe il caso che il premier e ministri economici rispondessero alla richiesta di incontro urgente avanzata dai sindacai. Ancora però non c’è risposta.

Ma a legger bene i risultati deglii incontri  troppi entusiasmi circolati negli ambienti del governo non sono giustificati, Il Commissario per gli Affari  economici, Olli Rehn, è stato chiaro. La condizione per di chiusura della procedura per deficit eccessivo è che la politica di bilancio sia confermata. Dice il Commissario : “ Il nuovo governo si è impegnato a confermare gli obiettivi di quello precedente, ma Letta ha annunciato nuove misure per stimolare la crescita. Perr questo aspettiamo di conoscerle prima di decidere la chiusura della procedura”..

Le pressioni della Ue perché Letta presenti i piani dettagliati

 Non solo. A  scanso di equivoci fa presente di essere in “ contatto con il ministro Saccomanni per sapere i dettagli e le cifre”.  Arriva dal Tesoro una risposta, quasi intimoriti dall’aut auto di Olli Rhen il quale mentre parla di crescita cui deve puntare l’Europa fa sempre precedere rigore e austerità Sappiamo come è andata a finire per il nostro Paese e a quale prezzo è stato pagato il pareggio di bilancio così come concordato da Berlusconi e confermato da Monti. Un prezzo altissimo in termini di occupazione, di tenore di vita delle classi popolari, dello stesso ceto medio, con la parola povertà che è tornata a ad occupare un poso di primo piano nelle analisi degli istituti di statistica e di ricerca. Secondo Prometeia, in sei anni,  dall’immediata vigilia della crisi ad oggi, il tasso di disoccupazione in Italia è praticamente raddoppiato. Nel 2007, prima dello scoppio della crisi che viene dagli Usa con i mutui subprime e dell’avvio della recessione, il tasso di senza lavoro in Italia si aggirava sul 6%, mentre nel 2013 siamo vicini al 12% Le stime della Commissione europea   ” l’anno prossimo supereremo questa soglia. Arrivando al 12,2 mettendo a rischio la coesione sociale.. Cgil, Cisl, Uil in occasione del Primo Maggio hanno lanciato un grido di allarme: senza lavoro l’Italia muore, programmato una grande mobilitazione dei lavoratori , nei territori,m delle diverse categorie. Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl,  a  fronte delle notizie che vengono dalla Ue e chiedono al governo “ dettagli e cifre” in merito alle misure che si intendono adottare, lancia di nuovo l’allarme:

 Bonanni:Entro maggio a rischio 700 mila cassaintegratiu
 “ il governo-dice- trovi 1,5 miliardi di euro entro maggio per il rifinanziamento della Cig in deroga. A rischio ci sono oltre 700mila cassintegrati, che altrimenti andranno ad aumentare le fila dei disoccupati” . “La vera emergenza – prosegue Bonanni – è la cassa integrazione in deroga, ma dobbiamo discutere del dramma degli esodati, delle misure per favorire la creazione di posti di lavoro e della riduzione delle tasse a lavoratori e pensionati per far crescere i consumi”. Perché è a rischio- dice- la “tenuta sociale” del Paese.  Bonanni ribadisce la richiesta avanzata unitariamente al governo  di aprire il confronto con le parti sociali “al più presto” e comunque “prima di illustrare a Bruxelles le misure” per l’occupazione e la crescita”. E conclude: “Siamo al limite del crollo”.
 Non può che allarmare infatti la risposta data dal Tesoro a Bruxelles: “ Il governo illustrerà  nei prossimi giorni le misure che saranno prese per  sostenere la crescita e l’occupazione pur restando su un sentiero di finanza pubblica sostenibile”. Formula molto equivoca che può dire tutto e il contrario di tutto.

 Il sottosegretario Baretta: tre priorità, Imu , Iva, Cig . E gli esodati?

 A via Venti settembre tutto lo staff del ministero è al lavoro, come dice  Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia per affrontare i nodi Imu, Iva e Cig. La sospensione della rata Imu prevista per giugno infatti mette a rischio ni bilanci dei comuni già dissestati, bloccati dal patto ndi stabilità anche quando potrebbero impegnare risorse. Per la copertura finanziaria di queste “tre priorità”, così le definisce Baretta, ci vogliono circa 6 miliardi.  Due miliardi per evitare l’aumento dell’Iva, per rifinanziare la Cig tra 1 miliardo e 1,5, per l’Imu dai 2 ai 3 miliardi. Per l’abolizione totale della tassa sulla prima casa sarebbero necessari  4 miliardi che salirebbero se fosse abolita anche quella sui terreni agricoli. E gli esodati, il lavoro ai giovani, interventi sulle famiglie bisognose? Siamo ancora nel vago. Si stanno mettendo a punto dossier, si discutono varie ipotesi, così come sulla fiscalità, la riduzione delle imposte per i lavoratori e le imprese, i fondi europei e si spera che dopo le elezioni tedesche qualcosa cambi nella politica europea. Un po’ poco e molto aleatorio se si pensa che   tre quarti del  programma presentato da Letta  dipendono dalla Ue.

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