Un inutile ‘Virus’ si aggira in Rai

ROMA – Meglio di così non poteva avere inizio “Virus,” su Rai due, la forza delle idee, come dice il conduttore, Nicola Porro, traslocato da La 7 dove operava in coppia con Telese, la destra e la sinistra, si fa per dire. Un programma che si occuperà di economia, lavoro, attualità, insomma il solito minestrone che ad una certa ora della sera tedia i telespettatori.

Ci sono anche i minestroni mattutini, restano sullo stomaco, sono proprio indigeribili. Ma lasciamo perdere. Il nostro, o meglio loro, di quelli che lo hanno assunto, in base alla forza delle idee, ha “ dimenticato” una notizia di un qualche rilievo, la sentenza storica, hanno detto e scritto in molti, con la quale la Corte Costituzionale ha dato ragione alla Fiom esclusa da Marchionne dalla rappresentanza sindacale negli stabilimenti del Lingotto. Evidentemente non fa parte delle  “ idee” di Porro. Non se la sentiva di dare una notizia così “ pericolosa”. Figuratevi far sapere ai suoi telespettatori che aveva vinto la Fiom, il sindacato di Maurizio Landini, pericoloso estremista, massimalista.

Però se l’è sentita di ricordare  che Mario Monti  nel corso della sua presidenza  aveva addebitato ai sindacati  tulle le colpe possibili se l’Italia andava male, una specie di “vade retro satana”. Spiace che fra gli intervistati vi fosse  Guglielmo Epifani e che  non abbia trovato il modo di ricordare la sentenza, proprio lui che da segretario generale della Cgil si era battuto contro la discriminazione voluta da Marchionne.  In effetti la trasmissione aveva proprio un altro taglio ed era difficile inserire fatti e notizie al di fuori di quelle  organizzate dal Porro.  Abbiamo avuto la sensazione netta,, ma noi siamo male lingue, che “ Virus” sia stato messo in onda per dare uno spazio televisivo a Mario Monti, uscito di scena dopo il flop della lista civica. L’ex premier infatti ha detto una sola cosa: che il suo governo di tecnici ha fatto tutto bene, brava la Fornero in particolare, la riforma delle pensioni  una cosa straordinaria, quella del lavoro ancora meglio. Ed ha lanciato un segnale: cià che ha fatto il mio governo non si tocca, non si “ smonta”. Nel far questo  ha addossato a Cesare Damiano la presentazione di emendamenti che  ci riporterebbero venti anni indietro, con l’assenso di Porro il quale forse non conosceva gli emendamenti proposti da Damiano in merito alle pensioni. Che dire ancora? Il solito quadretto, le interviste con i lavoratori, i giovani in particolare. Questa volta si trattava di giovani italiani  che sono andati a  a Berlino dove hanno trovato lavoro. Malgrado i la buona volontà della intervistatrice, di fatto , non hanno potuto raccontare le loro storie, forse l’unica cosa interessante della trasmissione. Ma non c’era tempo, due battute e via. Invece un lungo servizio su Grillo, ormai visto e rivisto su tutte le reti. Infine il solito sondaggio  dei telespettatori: favorevoli o contrari al governo Letta. Il 68% è risultato favorevole. Ci fa piacere per il premier. Ma una domanda: in questi hanno votato?

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