Alluvione Sardegna. Una strage da speculazione edilizia

ROMA – La Sardegna è in ginocchio a causa delle gravi ripercussioni dovute al passaggio del ciclone Cleopatra. Un’intera isola devastata, che in queste ore piange i morti, conta i danni e cerca, a fatica, di rialzarsi dinanzi a un evento senza precedenti. Una circostanza eccezionale, le cui conseguenze potevano e dovevano essere evitate.

Non ci sono dubbi: dietro catastrofi di questo tipo c’è la mano dell’uomo e quindi amministrazioni, di ogni livello, cieche e sorde ai principi di tutela ambientale. La storia si ripete oggi a Olbia, Torpè, Uras, Terralba come non molto tempo fa a Capoterra e Villagrande. Un uso senza ritegno del territorio ha finito per privare la Sardegna di paesaggi unici, per far sorgere edifici in barba al rispetto della natura.

Negli anni tante concessioni edilizie hanno consentito la costruzione di edifici pubblici e civili abitazioni al di sotto del livello del mare, sui letti dei fiumi, a ridosso delle coste. La natura non ha esitato a riprendersi ciò che le apparteneva, e che le è stato sottratto senza alcun tipo di esitazione. Acqua e fango hanno preso il posto di ponti, case e di ogni struttura costruita a fronte di un’avida speculazione edilizia.

 

Ancora oggi, alla vigilia di questo doloroso evento, il presidente Cappellacci puntava proprio allo sfruttamento del territorio per guadagnare consensi, in vista delle prossime elezioni regionali. Un PPS pronto a saccheggiare ancora una volta il territorio e a spianare la strada a costruttori senza scrupoli.  Sorprende la mancanza di indirizzo di un settore, come quello edilizio che proprio dalla tutela del territorio e dalla sua messa in sicurezza potrebbe trarre grandi benefici, anche per le tante imprese schiacciate oggi dalla crisi. Allora perché non investire risorse in questo senso, e contribuire a rendere la Sardegna sicura per i propri abitanti, ma anche più vivibile?

 

È inaccettabile assistere all’inesorabile conta dei defunti: non si può perdere la vita ogni volta che si verifica un simile fenomeno, che assegna alla Sardegna il triste primato della più alta mortalità. I morti di questi giorni hanno le colpe degli amministratori ciechi e dell’ignoranza e dell’avidità degli speculatori.

Federconsumatori chiede con forza che una volta per tutte, si metta la parola fine a questi scempi, avviando una politica lungimirante di messa in sicurezza del territorio, di riordino urbanistico e, perché no, anche di armonizzazione architettonica delle costruzioni che, tra l’altro, darebbe lavoro per decine di anni alle imprese edili locali. Potremmo avere una Sardegna più bella, più vivibile, ma soprattutto più sicura.

Intanto le nostre strutture locali si stanno coordinando per avviare un servizio di assistenza e consulenza completamente gratuito, per fornire il sostegno necessario ai cittadini nell’affrontare le prime pratiche burocratiche (sospensione forniture, mutui, ecc.).

Non lasceremo soli i cittadini in questo difficile momento, e ci batteremo affinché i danni causati in queste aree vengano riparati nel più breve tempo possibile.

Per qualsiasi informazione i cittadini possono rivolgersi alla Federconsumatori, che li metterà in contatto con i responsabili di zona.

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