Renzi, i ministri, l’arroganza. L’obiettivo: imbavagliare le minoranze Pd, isolare la Cgil

ROMA – L’arroganza è come un virus. Si trasmette per contagio. E Renzi di arroganza ne ha in quantità. Appunto uno staff, che deve rispondere solo a lui e non, come recita la nostra Costituzione ad un parlamento.

Democrazia parlamentare, ci chiamiamo. Ma a leggere le dichiarazioni, ovviamente a partire da quelle di  Renzi, ad ascoltare ministri e sottosegretari nelle numerose comparsate televisive,ci viene a mente che non abbiano molta dimestichezza con il dettato Costituzionale. Partiamo da Renzi che ignora il ruolo delle forze sociali, non gli fanno un baffo. Quando gli viene chiesto conto del fatto che sindacati dei lavoratori, Confindustria, associazioni di imprese non concordano con alcuni dei provvedimenti annunciati dal premier e magari vorrebbero essere consultati risponde, beffardo, “ce ne faremo una ragione” . Peggio” ci  possono inviare una mail” 

La Costituzione dimenticata e stracciata

Sarà bene ricordare che la Costituzione all’articolo 1 recita: ”L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.  All’articolo 2 afferma: ”La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.” Ancora: Tutti i cittadini hanno il diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere in modo democratico a determinare la politica nazionale.”  All’articolo 67 dice: “ Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione .”Esercita la sua funzione senza vincolo di mandato”. Infine citiamo gli articoli 3 e 51 che assicurano la parità dei generi. Chiaro? La “ sovranità appartiene al popolo”, la Repubblica è garante delle  formazioni sociali”,i parlamentari non hanno vincolo di mandato. Insomma non ci sono sovrani, feudatari, vassalli, valvassori, valvassini. La diversità di sesso significa diversa di diritti. 

La ministra Boschi: parità di genere? Un “singolo particolare”

La ministra Boschi , fra coloro che più ha messo i bastoni fra le ruote , con interventi pubblici e privati nei confronti delle donne del suo partito e delle minoranze che si sono battute insieme alle deputate di altri partiti, anche di quelle di Forza Italia per affermate nella legge elettorale la parità di genere. Non contenta ha affermato: Di fronte ad un risultato storico (sic)  come quello che abbiamo davanti (legge elettorale ndr) non ci si può concentrare su un singolo particolare perchè se salta la legge elettorale salta tutto il resto”.Signora ministra, un articolo della Costituzione, anzi due, non sono un particolare. Ma questa è la linea, questo  è l’accordo Renzi-Berlusconi che porta a due maggioranze. A volte capita anche che le due maggioranze coincidono. Vale ancor di più il “non muovere”. Si spiega così, e solo così  che il ministro di fresca nomina Giuliano Poletti, si presti a presentare e sostenere testardamente un decreto come quello sul lavoro che non dà alcuna garanzia sulla possibilità che si crei un solo,diciamo uno,posto di lavoro in più, mentre, come dicono Susanna Camusso, segretario generale della Cgil e Maurizio Landini, segretario generale della Fiom,  che con il contratto a termine per tre anni “uno rischia di rimanere precario a vita”. 

Camusso e Landini: no ai precari a vita. Il ministro: il decreto va bene così

Camusso, rivolta a Poletti, gli chiede ”cosa c’è di certezza nel decreto“. La risposta forse guardando nella sfera di cristallo: “a dicembre si vedranno le assunzioni”. Una non risposta. Camusso replica duramente: “Provi a vedere il problema dalla parte dei lavoratori e da quello delle imprese”. Forse Poletti, essendo stato presidente di Legacoop e portavoce della Alleanza cooperative vede il problema dalla parte dei “soci lavoratori” delle cooperative. Si interstardisce, non accetta di ritirare il decreto e aprire un confronto. “Certo, ammette,  il dibattito nel Parlamento faccia il suo corso”. Ci mancherebbe, ma afferma che “i fondamentali vanno bene, la direzione è quella giusta”. Proprio sui fondamentali sia Camusso sia Landini,  ritrovano una linea comune, dopo le polemiche di questi giorni sulle quali Renzi ha tentato di giocare per isolare la Cgil,  Il segretario generale della Fiom parla di “ un meccanismo infernale” che allontana l’obiettivo della assunzione.

Damiano( Pd).Non esiste la filosofia del prendere o lasciare

Nel Pd, con i “giovani turchi” sempre più vicini a Renzi, i dissensi sono molto forti,a partire da Fassina fino a Cesare Damiano: Il presidente della Commissione lavoro della Camera afferma che “ non si può esorcizzare la rappresentanza sociale”, che “il decreto potrà essere modificato. La filosofia del prendere o lasciare non sta scritta da nessuna parte”. Giusto. Ma quella di Renzi e del suo staff scrive: che le modifiche si possono fare se sono tutti d’accordo”. Vale per la legge elettorale ma anche per gli altri provvedimenti cui il pregiudicato ha annunciato una opposizione flebile,ragionevole. In fondo  a Forza Italia un decreto che istituisce la figura del precario perpetuo sta bene. Per il Nuovo centrodestra ha parlato Sacconi,colui che da ministro di Berlusconi, brigò per l’isolamento della Cgil . “Sul decreto ci possono essere aggiustamenti marginali, non di impostazione pena la tenuta della maggioranza”. Anche a Renzi, che, fino a prova contraria.è ,pur a tempo perso come pare,segretario del Pd, farebbe bene la rilettura della Costituzione sul ruolo del Paralmento e dei suoi componenti, cardine della democrazia..

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