Left UnitY è socialista, femminista, ambientalista. Cosa sta davvero accadendo nella Sinistra europea, (parte seconda )

ROMA – La delusione verso le recenti politiche del Labour Party, guidato dai fratelli Ed e David Miliband, giudicate troppo omogenee e accondiscendenti rispetto agli indirizzi neoliberisti e mercatisti del governo Tory, ha scatenato da più di un anno un enorme dibattito pubblico nella Sinistra anglosassone.

A marzo del 2013 un gruppo consistente di intellettuali sottoscrisse un documento vergato dal regista Ken Loach, con il quale si chiedeva, a tutti coloro che fossero critici verso le posizioni del Labour, di dar vita ad una nuova formazione politica.

Gran Bretagna. Irriformabile il Labour nasce la nuova formazione politica 

Sostanzialmente, in quel documento c’era la presa d’atto della irriformabilità politica del Labour Party e del suo progressivo distanziamento dai valori e dai programmi della Laburismo storico. L’accusa era quella, appunto, di tradimento della storia, del pensiero, e del futuro del Laburismo britannico. Il documento di Ken Loach ebbe tale successo, politico e organizzativo, da suscitare le simpatie di centinaia di migliaia di ex aderenti al Partito Laburista e di iscritti alle Union, ai sindacati vicini al Labour. Così, finalmente, dopo alcuni passaggi di natura teorica, politica e organizzativa, nel novembre 2013 si diede vita a quella nuova formazione politica britannica denominata “Left Unity”.

Il documento di Ken Loach. Né velleitarismo né reducismo

Già nel documento di Ken Loach si negava che essa potesse essere accusata di velleitarismo e di reducismo, perché, si diceva, ciò che contava era la differenza nell’analisi dell’impoverimento della società britannica e nella decisione delle misure da assumere per contrastare la crisi. Non meno sinistra, non meno stato, ma più sinistra e maggiore intervento dello Stato per la creazione di lavoro, in una sorta di riscoperta delle teorie keynesiane.

Il 30 novembre del 2013, dunque, ebbe luogo la Conferenza di fondazione di Left Unity. Nelle dichiarazioni programmatiche si legge: “Left Unity si batte per l’uguaglianza e la giustizia. È socialista, femminista, ambientalista, e contraria ad ogni forma di discriminazione. Noi lottiamo contro il capitalismo, l’imperialismo, la guerra, il razzismo, l’islamofobia e il razzismo. 

Piena democratizzazione dello Stato e delle istituzioni politiche

Nostro fine è la trasformazione della società: ottenere la piena democratizzazione dello stato e delle istituzioni politiche, della società e dell’economia, dal popolo e per il popolo”. E prosegue: “il nostro impegno immediato è quello di opporci alle politiche di austerità destinate a distruggere le conquiste sociali ed economiche della classe operaia; […] difendere il welfare state; lottare per restituire al pubblico la proprietà di quelle imprese e di quelle utilities privatizzate nel corso di questi ultimi 30 anni; combattere per restituire ai lavoratori i loro diritti”.

Siamo socialisti perché vogliamo porre fine al capitalismo

Sul piano della teoria politica, nel documento di fondazione si scrive che: “siamo socialisti perché vogliamo porre fine al capitalismo. Noi perseguiamo una società in cui sia dominante il venire incontro ai bisogni umani, non una in cui tutto è guidato dal profitto privato e dall’arricchimento di pochi… Siamo femministi perché la nostra visione della società è priva dell’oppressione e dello sfruttamento di genere che ingabbia le vite delle donne e delle ragazze e che rende impossibile la piena emancipazione umana. Rendiamo specifico il nostro femminismo perché l’esperienza storica dimostra che la piena liberazione delle donne non segue naturalmente dalla nazionalizzazione delle forze produttive o dal riordinamento dell’economia. Siamo ambientalisti perché riconosciamo che se il genere umano vuole sopravvivere deve stabilire una relazione sostenibile col resto del mondo naturale – di cui è parte e da cui dipende. Riconosciamo che un’economia basata sul raggiungimento del massimo profitto al minor costo possibile nel più breve tempo possibile, ha come esito la distruzione del pianeta. L’attuale direzione concreta dell’industria e dell’economia è totalmente incompatibile con l’ecosistema, data la progressiva perdita della bio e agro diversità, dato il saccheggio delle risorse, e dato il progressivo mutamento climatico”.

Pieno sostegno ad un sindacato forte, efficace, democratico

Al punto 7 delle dichiarazioni programmatiche, il documento di Left Unity si occupa del sindacato, senza alcun timore di essere accusato (come ora accade spesso in Italia) di invasione di campo. Si legge: “Sosteniamo e lavoriamo per un sindacato forte, efficace e democratico, per lottare a favore della piena occupazione, di migliori redditi e salari, di migliori condizioni di vita, e di più forti e più favorevoli contratti di lavoro. Crediamo che la forza del sindacato sia il popolo che lavora; e tutto ciò che una persona fa sul luogo di lavoro ci interessa – migliorare il lavoro, rendere i servizi più efficienti, convincere i lavoratori a mettersi assieme per essere più forti”.

Un partito internazionalista, non esistono soluzioni nazionali ai problemi dell’umanità

E infine, saltando alcune mediazioni per ragioni di spazio, Lef Unity si riconosce come partito internazionalista:  “non esistono soluzioni nazionali ai problemi che l’umanità affronta. Il capitalismo è un sistema internazionale, altamente organizzato e globalizzato, e la sua sconfitta richiede non soltanto la solidarietà internazionale, ma soprattutto legami e coordinamento concreto, ovunque, in Europa e nel mondo. Lavoreremo con tutte le organizzazioni e con i movimenti di sinistra nel mondo”.

Dopo la Conferenza di fondazione del 30 novembre del 2013, Left Unity si è data appuntamento per il suo primo Congresso a Manchester lo scorso 30 marzo. Lo scopo è stato quello di dotarsi di organismi dirigenti eletti da una platea straordinariamente vasta, oltre ogni aspettativa. Le cronache dei quotidiani di sinistra hanno parlato di una nuova sinistra nata dalla trasformazione del Laburismo

Già aperte   1400 sedi in tutto il territorio nazionale

Il progetto di Left Unity ha convinto migliaia di laburisti delusi, ma soprattutto migliaia di lavoratori britannici, aderenti al sindacato, traditi, in qualche modo, dall’adesione del Labour alle politiche rigoriste e neoliberiste imposte dal mercato. Ad oggi, si contano già 1400 sedi di Left Unity aperte in tutta la Gran Bretagna. È stata eletta segretario generale Kate Hudson, ed i portavoce sono Felicity Dowling, Pete Green, Salman Shaheen, Bianca Todd. Si tratta di nomi che a noi italiani non dicono nulla, ma che sono notissimi tra i lavoratori, i laburisti, i sindacalisti in Gran Bretagna.

In Spagna l’esperienza positiva di Izquierda Unida

Abbiamo volutamente lasciato parlare i documenti politici e teorici, puntando sui principi ispiratori che hanno dato vita a Left Unity. Vogliamo solo ricordare qui che essa traduce un’esperienza che in Spagna ha già dato ottimi frutti: quella di Izquierda Unida, che oggi viaggia intorno al 15 per cento dei suffragi secondo gli ultimi sondaggi. È una tendenza che, come un virus, prima o poi, raggiungerà tutta Europa, per effetto della crisi di senso dei partiti socialisti.

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