Spagna. Izquierda Unida cresce nei sondaggi. Cosa sta accadendo nella Sinistra europea (parte terza)

ROMA – Secondo gli ultimi sondaggi commissionati e pubblicati dal quotidiano El Paìs, se si votasse oggi in Spagna il tasso di astensione sfiorerebbe il 50 per cento, e per quanto riguarda i partiti, si avrebbe un testa a testa, al ribasso tra socialisti e popolari, accreditati del 30 percento ciascuno, con 18 parlamentari a testa.

Secondo il quotidiano spagnolo la sorpresa più grande potrebbe essere proprio il risultato di Izquierda Unida (Sinistra Unita), che nei sondaggi è data al 14 per cento, con 7 deputati europei eletti, raddoppiando sostanzialmente i suffragi del 2009. Se le elezioni del 25 maggio confermassero i sondaggi, la Sinistra spagnola otterrebbe la maggioranza assoluta, dopo gli anni orribili del governo popolare di Mariano Rajoy: 28 seggi europei sui 55 spettanti. In relativa controtendenza rispetto ad altri paesi europei, dove la crisi dei Partiti Socialisti è più forte ed evidente. E dove la presenza di una forza politica significativa cone Izquierda Unida non riesce a contenere i voti in uscita da sinistra.

I Popolari in discesa: perdono  14 punti percentuali

Cosa sta accadendo in Spagna, alla luce non solo dei sondaggi, ma del dibattito politico interno? I sondaggi fotografano una realtà, e cioè che gli spagnoli, dinanzi alla pesantissima crisi economica, che ha colpito i ceti medi e ha decimato i redditi delle famiglie, prima hanno scelto il Partito Popolare di Rajoy, dopo la parentesi Zapatero (con l’EPP salito fino alla cifra del 44 per cento), poi reclamano a gran voce politiche di sinistra e di redistribuzione keynesiana. Per questa ragione, i popolari perdono 14 punti percentuali, scendendo al 29%, i socialisti navigano su un saldo 30%, mentre Izquierda Unida (IU) raddoppia i voti, fino all’impensabile 14% (viaggiava attorno al 6-7%).

Due i temi che contribuiscono al rafforzamento della Sinistra spagnola: l’attacco clericale e dei popolari contro il diritto delle donne ad abortire, da un lato, e la vicenda andalusa, assunta come una sorta di paradigma del buongoverno delle forze di sinistra unite nella solidarietà, dall’altro.

Mariano Rajoy appena al governo attacca l’aborto

Appena salito al governo del Paese, Mariano Rajoy, campione del popolarismo filoclericale, ha pensato bene di restituire la cortesia alla Chiesa spagnola per l’appoggio elettorale firmando un ricorso dinanzi alla Corte Costituzionale contro la legge sull’aborto di Zapatero perchè lesiva dell’art. 15 della Costituzione spagnola, la quale recita che “tutte le persone hanno diritto alla vita”. È evidente l’ambiguità del testo, sulla quale governo e movimenti antiabortisti pensano di trovare spiragli presso la Corte Costituzionale. Tuttavia, come i movimenti femminili e la Sinistra gridano a gran voce, per il Codice Civile spagnolo si è “persona” solo dopo la nascita, e mai prima. In ogni caso, la vicenda dell’attacco contro il diritto all’aborto ha avuto il merito di stringere la Sinistra spagnola in una battaglia comune con i movimenti laici e femminili. Proibire il diritto delle donne all’aborto, essi dicono, vorrebbe dire riportare la Spagna indietro di almeno vent’anni. Al di là delle differenze politiche che sempre emergono nella Sinistra, spagnola come di altri Paesi europei, dinanzi ad una battaglia di civiltà finalmente si stringe il patto unitario. In prima fila nella difesa dei diritti delle donne contro l’autoritarismo, anche culturale, di una posizione neoclericale, c’è appunto Izquierda Unida, che fin dal 2010 ha abbracciato questa battaglia come paradigma per la sua proposta politica. La scelta pare abbia pagato, secondo i sondaggi di aprile. Per il voto a Izquierda Unida, sono appunto le donne e i giovani, timorosi di perdere non solo la dignità per effetto della crisi economica, ma anche quei diritti civili – il diritto ad abortire su tutti – faticosamente sanciti dai governi socialisti di Gonzalez e Zapatero. Come si vede, si tratta di una battaglia di civiltà, che IU ha abbracciato, coltivato, sollevato e curato nel corso di questi anni. Nonostante le timidezze dell’attuale gruppo dirigente socialista, considerato da molte donne e molti giovani non più attento alle grandi questioni di civiltà, ma solo al governo burocratico del Paese. “Ci avete tolto la casa, ci avete tolto il lavoro, ci avete levato la dignità. Ora volete che facciamo solo figli?”, sostiene una donna intervistata da El Paìs, che prosegue: “se toccate il nostro diritto di scelta, se abortire o avere un figlio, soprattutto ora che soldi non ce ne sono, voi costringete le donne spagnole a gesti disperati”. La lotta delle donne spagnole e dei giovani, per  la civiltà, è diventata il sostanziale programma politico di Izquierda Unida, oggi. È ovvio che i dirigenti di IU si aspettino che dopo tanto lavoro, anche le urne confermino l’ottima tendenza manifestata dai sondaggi.

Andalusia: Patto delle sinistre, Psoe,  Izquierda, Verdi

la Regione andalusa è governata da un accordo politico tra PSOE (Partito Socialista) e IU (Izquierda Unida). La presidente Susana Diaz (PSOE) ha siglato un “pacto de izquierdas” (patto delle sinistre) con Izquierda Unida e con i Verdi. Dopo aver dato ottime prove di sé, con politiche di forte sostegno sociale e efficaci politiche attive del lavoro, la scorsa settimana il governo andaluso delle sinistre (osservato speciale per una eventuale riproposizione nel governo centrale) ha vissuto un periodo di crisi, al punto che la presidente Diaz ha minacciato elezioni anticipate. Per fortuna, tra sabato e domenica, la crisi è stata risolta. Che cosa era successo? Come si sa, in Spagna le famiglie non riescono più a pagare i mutui immobiliari, e perdono le case a favore delle banche. Nel caso andaluso, tuttavia, il governo regionale delle sinistre aveva stretto un patto con una banca per la rinegoziazione dei mutui per quelle famiglie in gravi difficoltà economiche. Il patto ha retto finché la banca non è andata in crisi, e ha chiesto alle famiglie il rientro dei capitali non versati. Nel giro di pochissimi giorni, ben 25 famiglie sono state messe sulla strada. Esse tuttavia hanno trovato un alloggio di fortuna presso alcuni locali del Comune di Siviglia, su sollecitazione di Izquierda Unida, che sostanzialmente ha cercato di garantire per loro.

Le dinamiche sociali  provocano un forte dibattito pubblico che giova alle sinistre

Ma il Comune di Siviglia, governato dai popolari, ha richiesto l’intervento delle forze di polizia per occupazione abusiva e ne è nato un caso nazionale. I locali del Municipio sono stati sgomberati, e le famiglie sono state costrette a bivaccare nella piazza di Siviglia. Izquierda Unida ha accusato la presidente Diaz di non essere intervenuta, né sulla banca, né sul sindaco di Siviglia, per risolvere la questione, e ha tolto la fiducia al governo. Anche perché, dicono i dirigenti di IU, Siviglia è solo la punta di un iceberg, di un problema sociale gravissimo che attraverserà  l’intera Spagna nei prossimi giorni, quello degli sfratti e degli sgomberi operati dalla polizia. Mentre i socialisti replicano: “non si tratta di alcune famiglie, è una questione di principio, di valori. L’Andalusia non è il Venezuela, e non può permettersi che con un calcio ad una porta si abbia diritto ad un’abitazione”. Tra socialisti e dirigenti nazionali di Izquierda Unida è scoppiata una guerra ideologica, alla quale è stata messa la parola fine solo questa mattina, lunedi 14 aprile, con il rientro delle dimissioni della presidente Diaz e la soluzione concordata della sistemazione da dare alle 25 famiglie sfrattate dalla banca. Resta la questione della mancata rinegoziazione dei mutui immobiliari che sarà al centro di un nuovo patto di governo delle sinistre andaluse.Insomma, le dinamiche sociali, nate dalla crisi, o da alcune scelte della destra, mettono in movimento un forte dibattito pubblico in Spagna. Ciò giova alla Sinistra, tanto socialista, che mantiene le posizioni, tanto “radicale”, che vede raddoppiare simpatie e voti (nei sondaggi).

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