ROMA – Ad ogni ora del giorno e della notte lo trovi da qualche parte,una televisione, una radio, riempie pagine dei grandi quotidiani. E’ lui, Silvio Berlusconi, pregiudicato, condannato a quattro anni per frode fiscale, interdetto dai pubblici, non candidabile, tornato ad essere una specie di oggetto del desiderio da parte dei media.
Pensavamo che perlomeno nelle ore notturne ci lasciasse in pace, andasse a nanna ,così come prevede la sentenza del tribunale di Milano. Ore 23 a casa, ma lui registra, i giornalisti arrivano a casa sua e poi mandano in onda. Passa mezzanotte e te lo ritrovi su qualche telegiornale, nelle rassegna stampa. Addirittura nel servizio a domicilio cui si prestano fior di giornalisti pretende di organizzare la scena.
Da Formigli il pregiudicato bersaglia Napolitano
Lo racconta, come se fosse una cosa normale, Corrado Formigli, in una lunga puntata di Piazza pulita con il pregiudicato che per più di un’ora ne dice di tutti i colori. Atmosfera quasi surreale, quasi un palcoscenico teatrale, luci soffuse. Lui con il volto tirato, occhi quasi chiusi, se la prende con tutti. Il bersaglio preferito il Presidente della Repubblica che, ovviamente, non si può difendere da assurde accuse. Una volta si insegnava ai praticanti giornalisti che non si poteva offendere impunemente chicchessia senza che costui potesse difendersi. Ma per un pregiudicato si fa una eccezione. Già che c’era a Piazza Pulita un tale, si suppone un giornalista , attacca pesantemente Cgil, Cisl, Uil, con aggiunta di Ugl che avrebbero tante colpe,una delle quali quella di aver “inviato” in Parlamento una settantina di ex sindacalisti. Quasi che un ex sinacalista sia un appestato. Naturalmente, visto lo standard di Piazza Pulita, nessun sindacalista faceva parte della sceneggiata televisiva.
Uno show per l’ex cavaliere una gogna per il sindacato
Uno show offerto al pregiudicato, una gogna per il sindacato. Così’ va il mondo. Ci mancherebbe altro che proprio noi venissimo meno a quello che riteniamo un imperativo categorico, la libertà dell’informazione. Ma prendiamo ad esempio Piazza Pulita per fare un ragionamento più generale e rivolgere qualche domanda alla Federazione della Stampa e all’Ordine dei giornalisti. Verso la conclusione della trasmissione Massimo Giannini si rivolge al conduttore e gli dice: “Hai fatto un buon colpo giornalistico. Ottima intervista (al pregiudicato ndr). Siamo rimasti basiti, anche perché, Norma Rangeri, altra ospite aveva denunciato con forza la invasiva presenza di un pregiudicato in tv, unico paese democratico dove ciò può avvenire. In realtà il “colpo giornalistico” lo ha fatto Berlusconi. Lui ha dettato le regole, lui ha offeso chi ha voluto, ha sfidato i magistrati che con grande benevolenza lo hanno lasciato libero di fare quel che vuole, salvo in alcune ore del giorno e della notte Gli è stato chiesto di non attaccare i giudici e lui ha parlato di colpi di stato, ha dichiarato che è ridicolo pretendere di rieducarlo. Tanto che le quattro ore di assistenza settimanale agli anziani disabili lui le considera volontariato. Ora i giudici esaminano quei filmati e, di conseguenza,adotteranno le decisioni del caso.
Le responsabilità degli operatori dell’informazione
Ma per ciò che riguarda noi giornalisti una domanda è d’obbligo: avvertiamo che si intervista non un normale personaggio del mondo politico ma un pregiudicato, condannato per un reato odioso, la frode fiscale contro lo Stato e contro i cittadini? Non ci viene voglia quando fa la morale,emette sentenze, dà i voti, crea casi diplomatici, offende il popolo tedesco, di interrompere i lunghi soliloqui? Davvero si pensa che per uno scoop ci si può vendere l’anima? E poi che scoop visto che quando il pregiudicato si presenta in video lo share va giù. Davvero si pensa che fino al 25 maggio siamo condannati, noi sì innocenti, aduna vera e propria tortura mediatica. Certo si può sempre cambiar canale. Ma sarebbe una ritirata di fronte ad un attacco così grave,una lesione al nostro sistema democratico, significherebbe arrendersi di fronte a un prepotente. Di Grillo ne basta uno. E avanza.