Il populismo dei renziani contro lo sciopero generale del 5 dicembre

ROMA – Ecco arrivare le prime conseguenze di un governo che non vuole ascoltare quella che dovrebbe essere anche la sua “piazza”. Susanna Camusso, infatti, ha proclamato lo sciopero generale di 8 ore per il giorno 5 dicembre, tentando il coinvolgimento anche di Cisl e Uil. 

Subito l’ondata populista dei renziani si è scatenata con tutti i mezzi a disposizione. Primo tra tutti il fedelissimo Ernesto Carbone, il quale ha subito replicato in un tweed: “Il 5 dicembre è un venerdì poi sabato, domenica e lunedì 8 dicembre che è festivo… Il ponte è servito #Coincidence”. Polemiche davvero puerili visto che la Camusso, aveva già spiegato bene le motivazioni di quella data, nonostante gran parte del Pd renziano sembra voglia fare volutamente orecchie da mercante. “La proposta parte dalle richieste venute dalle piazze del 25 ottobre e dell’8 novembre e dalla volontà di salvaguardare tutti i punti delle iniziative unitarie in atto, a partire dalla decisione dello sciopero della scuola e del pubblico impiego”, ha ribadito la leader della Cgil. E poi: “la scelta del 5 dicembre risponde all’esigenza di raccogliere la mobilitazione unitaria già decisa dai sindacati della scuola e dalla volontà di proseguire la protesta espressa dai lavoratori pubblici con la manifestazione di sabato a Roma”.  Insomma Camusso, nonostante le sterili polemiche dell’ultima ora, non ha nessuna intenzione di fare marcia indietro. Il 17 novembre incontrerà il ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia, ma le cose non cambieranno, fa sapere la sindacalista, anche perché  il governo andrà comunque avanti per la sua strada. 

Inoltre viste le normative della capitale, quella data, è anche la più idonea dal punto di vista di ordine pubblico e della mobilità, considerando che siamo a ridosso del periodo natalizio.

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