XYLELLA, primi due ulivi abbattuti, trionfa l’irrazionalità.

“Si chiama Xylella fastidiosa: è un batterio killerdegli ulivi” 

TARANTO – Questa frase rimbalza da anni sui maggiori media italiani e non. «Voglio rassicurare olivicoltori e consumatori che il fenomeno, anche se produce effetti visibili agli impianti arborei olivicoli non pregiudica in alcun modo la qualità delle olive, sia da mensa che da olio, né influisce sulle caratteristiche dell’olio che da esse se ne ricava» dichiarava l’assessore regionale alle risorse agroalimentari, Fabrizio Nardoni, nel 2013.

Una dichiarazione a breve termine.
Due anni dopo, infatti, il problema è ben più grave, non è più la qualità delle olive, ma l’esistenza stessa degli alberi.
Pertanto, ieri, ad Oria sono iniziati gli abbattimenti dei primi ulivi secolari, come previsto dal piano di Giuseppe Silletti, formulato dopo le conclusioni della Regione Puglia che, attraverso l’Osservatorio fitosanitario, aveva stabilito che le piante fossero affette da “Xylella Fastidiosa”.
Facciamo un passo indietro, però.
La Regione Puglia aveva stabilito che a danneggiare gli ulivi fosse il temibile batterio killer Xylella che aveva causato numerosi danni nelle Americhe nel corso del secolo scorso e lo aveva, dunque, riferito all’Unione Europea.
Quest’ultima, dunque, non poté fare altro che ratificare il piano proposto dallo Stato italiano ed il 23 luglio 2014 la Commissione ha emanato il piano di esecuzione con le misure da adottare nei confronti del batterio tra cui, soprattutto, “la rimozione di tutte le piante contagiate dall’organismo specificato unitamente a tutte le piante che presentano sintomi tali da indicare la possibile infezione di tale organismo”.
Il 26 settembre 2014 il Ministero delle Politiche Agricole, è autorizzato, quindi ad emanare un decreto sulle “Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione di  Xylella fastidiosa” nel quale è prevista «l’eliminazione di tutte le piante infette o ritenute tali  sulla base di ispezioni visive che mostrano sintomi ascrivibili a Xylella fastidiosa senza alcun esame analitico».
Come messo in luce da Famiglia Cristiana in un articolo pubblicato ieri, però:
“Nella direttiva n. 29 del Consiglio dell’Unione europea dell’8 maggio 2000 sulle «misure di protezione contro l’introduzione nella Comunità di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali e contro la loro diffusione nella Comunità», tra i quali c’è anche il batterio della Xylella, si legge: «È assolutamente necessario proteggere i vegetali da detti organismi, non soltanto per evitare una diminuzione della resa, ma anche per accrescere la produttività dell’agricoltura». Tradotto: la priorità assoluta è cercare di salvare le piante e distruggere il batterio. La Regione Puglia però fa l’esatto contrario e con la delibera di giunta n. 2023 del 29 ottobre 2013 sulle “misure di emergenza” per combattere il batterio prescrive obbligatoriamente «l’estirpazione di piante infette» oltre a diverse misure che vanno dagli «interventi fitosanitari con insetticidi per il controllo dei vettori» ai «trattamenti insetticidi sulle piante ospiti come l’oleandro» fino a non meglio precisate «misure preventive» con «piani di intervento nelle aree urbane, nei parchi e giardini pubblici e privati».”
Oltre a questo, nel frattempo, le associazioni ambientaliste salentine si sono unite in “Spazi Popolari – I Colori della Terra” e, con il coordinamento e l’azione di Antonia Battaglia di PeaceLink (associazione accreditata presso la Commissione Europea), hanno riportato alle autorità comunitarie altri e nuovi importanti dati.
Tra questi, fotografie, video e materiale scientifico sono stati consegnati alla Commissione Europea la quale si occupa della questione attraverso il suo Commissario alla Salute e Sicurezza Alimentare, Andriukaitis.
Tra questi ci sono studi realizzati dall’Università di Foggia che hanno dimostrato come, in questi alberi, vi è la presenza di almeno sei tipi di funghi, tra i quali i funghi tracheomicotici, cioè funghi che bloccano il passaggio dei nutrienti ai rami degli alberi che potrebbero causare da soli il disseccamento delle piante.
Attualmente non esiste una risposta scientifica che la Xylella sia dunque il responsabile del disseccamento degli ulivi poiché i test di patogenicità sono ancora in corso.
Inoltre, dal comitato “Spazi Popolari – I Colori della Terra” sono arrivate le testimonianze degli agricoltori (anch’esse depositate in Commissione Europea) che, con una terapia di cura dei funghi, sono riusciti a curare numerosi ulivi (si parla di numeri vicini ai 500).
Questa terapia ha trovato e continua a trovare un grande riscontro negli uliveti di Li Sauli, La Castellana, Alezio, Taviano e Gallipoli, considerati il cuore del focolaio del batterio.
Questo, poiché sembrerebbe che i funghi, attaccando gli ulivi, li indebolirebbero dando spazio alla manifestazione della Xylella.
Nel momento in cui i funghi vengono eliminati, la malattia arretra.
In un rapporto di gennaio dell’Efsa (European food safety authority), l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare, era addirittura scritto che, in base alla letteratura scientifica presente sul batterio, abbattere gli alberi non era una soluzione efficace.
Inoltre, proprio in aprile in una lettera indirizzata ad Antonia Battaglia di PeaceLink Bernhard Url, aveva precisato che la Commissione Europea non aveva mai chiesto loro «di produrre un parere scientifico sull’eziologia della malattia che ha colpito gli ulivi del Salento, ovvero sul rapporto causa-effetto responsabile del disseccamento rapido delle piante».
La Commissione Europea ha risposto chiedendo all’Efsa un nuovo urgente parere scientifico per valutare alternative alla distruzione delle piante, come previsto dal piano Silletti e attuato proprio ieri ad Oria.
Dalla letteratura scientifica attualmente presente, in una ricerca dell’Università della California (spedita dal comitato “Voce dell’Ulivo” alla Commissione UE e consegnata al ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina), pubblicata sulla rivista scientifica “Plant Desease” risulta che solo il 17% degli alberi malati sono risultati positivi al batterio Xylella ed inoltre, dagli esperimenti fatti, si evince che il batterio si depotenzia dopo 24 settimane e alla fine della ricerca su 190 piante campione, per questo esperimento solo 4 erano risultate positive alla Xylella.
La letteratura scientifica e le istituzioni comunitarie dicono altro rispetto a eradicare gli ulivi, eppure, ieri ad Oria, sono iniziate le operazioni tra le proteste e l’indignazione dei cittadini.
Ciò che sta avvenendo in Puglia è la dimostrazione dell’irrazionalità, delle politiche a brevissimo termine tipiche della campagna elettorale a cui, ormai, siamo abituati da anni, ma che, per fortuna, non mancano di creare indignazione.
Così come irrazionale è stata la propaganda di stampo nazionalista che ha criminalizzato la Francia per aver risposto in maniera proporzionale alla gravità che l’Italia aveva portato avanti nel suo rapporto in Commissione Europea e che la stessa Commissione e l’EFSA hanno ridimensionato dopo essere entrate in possesso dei nuovi studi.
Si sta distruggendo un patrimonio, un’identità, l’essenza stessa di un territorio e di un popolo, quando studi scientifici e autorità comunitarie chiedono tempo per vederci chiaro.
Perché?
Il Salento e la Puglia meritano di entrare di diritto in Europa, i cittadini lo hanno fatto, lo hanno fatto gli agricoltori, a quando le istituzioni?

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