La Grecia si consegna nuovamente nelle mani della troika

ROMA – Ci sono tantissime opinioni sull’intricatissima vicenda greca. Forse troppe, tanto da creare confusione nell’opinione pubblica, alimentando scontri e ipotesi di ogni genere nel panorama politico. L’accordo del premier Alexis Tsipras è passato al Parlamento greco, dopo aver messo da parte l’ormai ex ministro Varoufakis, che guarda caso non ha neppure votato.

Ma ora la patata bollente, o meglio l’utlima parola, passa in mano all’Eurogruppo che dovrà decidere se le condizioni sono idonee ignorando di fatto il risultato democratico del referendum popolare.  Il programma di Tsipras ha già creato qualche malumore, in primis con la minoranza del partito di Syriza, che lo definisce una sorta di resa. Ma anche con alcuni intellettuali che si aspettavano uno slancio più incisivo contro una troika che si è dimostrata sempre inflessibile e insensibile con il Paese.

Eppure alcuni esperti dicono che il programma non è poi tanto diverso da quello precedente, lo stesso che aveva provocato tanta indignazione in Varoufakis definendo la troika al pari di un nemico “terrorista”.  Oggi anche il  premier spagnolo Mariano Rajoy  ha avvertito Atene che questo accordo sarà peggiore del precedente. “Non compenserà il tempo perso e non riparerà il danno causato”, ha detto l’esponente del centro destra legato  alle idee del conservatore greco Samaras. 

Inutile fare pronostici azzardati, questa  non sarà certo una partita facile per la Grecia. Le pedine economiche e soprattutto politiche che orbitano attorno alla vicenda sono molte e tutte sembrano essere appese alle poche certezze. L’attuale scenario, infatti, non è dei migliori tant’è che la vittoria del No ha cambiato ben poco, visto che alla fine l’ultima parola spetterà proprio ai soliti tecnocrati.

Di sicuro il premier greco ha bisogno urgente di liquidità. Denaro fresco per ricapitalizzare le banche per almeno 25 miliardi, considerando la fuga di capitali e di depositi avvenuti negli ultimi anni. Un particolare che farebbe ulteriormente salire a 74 miliardi il finanziamento triennale che la Grecia necessita. Insomma, sembra di essere tornati al punto di partenza. Non è un caso, come riporta il Wall Street Journal, che  stamattina la Germania si sia opposta a estendere la scadenza dei finanziamenti alla Grecia a 60 anni, come chiesto dal Fmi. Un no perentorio dettato dai tedeschi che puntano a mantenere al minimo i nuovi aiuti alla Grecia. 

Lo stesso ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, si dice poco ottimista, forte del trattato europeo che non prevede nessun tipo di taglio del debito pubblico. E non è tutto. Secondo Schaeuble la situazione greca è addirittura peggiorata negli ultimi mesi. Quindi anche questo nuovo programma che ricalca il precedente non sarà sufficiente a recuperare gli indicatori economci che il ministro definisce  adesso “terribilmente negativi”.

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