Grecia, finisce l’effetto mediatico. All’orizzonte la volontà di cancellare la sinistra europea

ROMA – La questione greca sta già diventando una notizia secondaria. Dopo l’accordo con l’Europa in TV sono scomparse le file ai bancomat e i pensionati piangenti, eppure le banche sono ancora chiuse e quindi chi stava morendo di fame ieri morirà almeno fino a lunedì, se le banche riapriranno. Questa è l’informazione italiana.

Tsypras, intanto, sta ottenendo l’appoggio di una serie di forze di destra e del Pasok per far passare quanto imposto dall’Europa. E, dopo aver atteso, letto e cercato di comprendere meglio, dico che non ci siamo proprio. Tsypras aveva compiuto un capolavoro di democrazia andando al referendum ed ottenendone un consenso inaspettato.

A quel punto le cose erano due: o ottieni nella trattativa una mediazione in linea con il programma di Syriza e con il mandato degli elettori, oppure rompi la trattativa e te ne assumi tutte le responsabilità fino alle estreme conseguenze. Così non è stato ed allora era meglio non andare al referendum. Adesso Tsipras ha spaccato il partito, è venuto meno agli impegni e soprattutto alle speranze che in Grecia ed in Europa milioni di persone gli avevano affidato con entusiasmo.

La questione greca è  ancora in evoluzione, ma non è detto che tutto questo porti al vero obiettivo che i burocrati europei si erano posti: dimostrare che in Europa non è possibile un governo realmente di sinistra. Se questo dovesse accadere sarà questa la vera colpa di Alexis Tsypras.

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