Giornalismo online: un sondaggio OdG, ANSO rivela incertezza

Poche risorse e scarsa attenzione da parte delle istituzioni

ROMA – Presentato ieri e disponibile nel sito dell’Ordine dei Giornalisti al link  il primo sondaggio sul giornalismo online.

Incertezza, poche risorse e scarsa attenzione da parte delle istituzioni: questo, in estrema sintesi, l’ orizzonte in cui si muove il giornalismo digitale in Italia e che renderebbe quindi l’ informazione on line sostanzialmente “non libera”. L’indagine è stata realizzata da “Giornalismi”, Gruppo di lavoro interno al Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, in collaborazione con Anso – Associazione degli editori online.

Il quadro che ne esce, espressione delle  considerazioni espresse dalle testate che hanno partecipato al sondaggio è pieno di ombre e criticità: dalla Ricerca sul giornalismo e l’editoria digitale realizzata in Italia dedicata soprattutto al giornalismo digitale “nativo” non collegato a testate cartacee o emittenti radiotelevisive.
La conferma viene anche da una serie di interviste specifiche, condotte da 
“Giornalismi”, che  testimoniano come chi fa seriamente informazione sul web, ha per compagna l’incertezza. Se è imprenditore combatte con i conti che non tornano per la pubblicità insufficiente e con la paura delle cause che possono arrivare dai dipendenti se i contratti non sono sufficientemente “blindati”. Se è dipendente da un lato si gode l’avventura di un lavoro che quando dà soddisfazioni non ha nulla da invidiare alle altre testate, anzi. Ma è talmente legato alle oscillazioni del mercato che ritrovarsi per strada può essere un attimo. Insomma, sintetizzano in coro i protagonisti dell’ editoria online che abbiamo interpellato, “siamo soli, vogliamo un nostro contratto e delle leggi che finalmente ci tutelino”.

Come spiega Pino Rea, coordinatore del Gruppo di lavoro “La nostra indagine è stata suddivisa in due parti: la prima ha riguardato le redazioni più strutturate, cioè quelle che fanno capo ai giornali più tradizionali così come le testate native più “grosse”. La seconda parte, presentata ieri, riguarda invece il giornalismo online diffuso, cioè quelle centinaia di piccole testate locali iperlocali o di nicchia che sono nate in questi ultimi anni. Secondo l’ANSO – che raccoglie una parte significativa di testate online – sono circa 1300 le testate registrate. si tratta di numeri orientativi perchè attualmente non ci sono strumenti istituzionali che obblighino queste a registrarsi e non esistono elenchi. Tra le proposte che facciamo quella di creare, a livello istituzionale, un Osservatorio sull’editoria giornalistica online”.

“I dati raccolti ci mostrano situazioni di forte incertezza, redazioni “diffuse” formate da un giornalista e molti collaboratori sparsi sul territorio. redazioni “Sembrano un po’ i tempi delle prime radio libere e delle successive televisioni  commerciali, con l’immensa differenza che per quelle emittenti la raccolta pubblicitaria permetteva almeno l’iniziale sussistenza, nel digitale la pubblicità ha un valore nettamente inferiore e quindi molte testate non riescono a svilupparsi e spesso neppure a sopravvivere”.

Alla ricerca hanno contribuito i consiglieri nazionali dell’Ordine Fabio Amoroso, Paola Cascella, Mario Derenzis, Franco Nicastro, Andrea Pattaro, Pino Rea, Mario Rebeschini, Gianfranco Sansalone e Alessandro Savoia, e, come consulenti esterni, Carmen Lentini, Andrea Morigi e Pier Luca Santoro.

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