ROMA – Mentre la Comunità Europea vota questa settimana, se autorizzare nuovamente o meno l’uso dell’erbicida, un nuovo studio argentino rivela che l’uso del glifosato altera lo sviluppo dell’utero nei topi causando il cancro e colpendo la fertilità.
Il glifosato, potente erbicida, altera lo sviluppo dell’utero nei ratti se esposti a sette giorni dopo la nascita, secondo quanto afferma un nuovo studio di ricercatori argentini e pubblicato su The Ecologist. Il glifosato, causa proliferazione di cellule e alterazioni strutturali nell’utero dei ratti. Questo nonostante non siano stati evidenziati differenze di peso, malattie croniche o acuta tossicità nei neonati trattati.
Il glifosato distrugge le proteine interessate allo sviluppo dell’utero e per questo gli autori concludono che l’esposizione all’erbicida, può colpire la fertilità e portare al cancro dell’utero. I ricercatori affermano, inoltre, che il loro studio è il primo a mostrare gli effetti di alterazione del sistema endocrino con la conferma delle modificazioni apparse sull’utero dei ratti prepuberali.
La scoperta è stata pubblicata proprio a ridosso della scadenza del 30 giugno, data ultima di uso dell’erbicida en Europa, a meno di una sua proroga che potrebbe avvenire nella riunione di venerdì.
La Francia ha già annunciato che voterà contro l’uso del glifosato, mentre si prevede che l’Inghilterra voterà a favore visto il largo uso che ne fa nelle coltivazioni. Austria e Germania potrebbero astenersi. Nel caso di una nuova mancanza della maggioranza, la Commissione autorizzerà nuovamente l’uso per altri 12/18 mesi. A preoccupare dottori e scienziati, è stato un notevole numero di aborti spontanei in donne che vivono in regioni dell’Argentina dove la soia GM Roundup Ready cresce ed è irrorata dall’erbicida glifosato. Questo nuovo studio potrebbe portare, si spera, a delle spiegazioni su tale fenomeno.
La dose di erbicida in grado di alterare lo sviluppo dell’utero dei ratti è di 2mg/kg peso corporeo al giorno, basata su “Us reference dose” di puro glifosato che i regolatori ritengono sicura per il consumo giornaliero. La complicazione è che, i regolatori, intendono la dose da ingerire e non iniettata come nella sperimentazione e pertanto lo studio potrebbe essere rifiutato dalla commissione.
La somministrazione orale è la soluzione seguita dall’ OECD (Organization for Economic Cooperation and Development) per i test di tossicologia per simulare il più possibile gli effetti sugli esseri umani. Vengono così scartati i test effettuati con iniezioni.
Gli autori della ricerca, sostengono che i ratti erano troppo piccoli per poter effettuare il test per via orale in quanto venivano ancora allattati dalle madri. Vista la quantità di dubbi e di sperimentazioni ancora non terminate o confermate e, in ogni caso, la necessità di portare avanti ulteriori studi, i regolatori dovrebbero sospendere l’uso di tali prodotti almeno fino alla loro comprovata sicurezza per l’essere umano e animale.