Le immagini dei bambini morti in Siria e in Iraq, vittime degli autocrati

ROMA – Un anno dopo gli avvenimenti che hanno determinato la nuova guerra mondiale a tappe che sta insanguinando lentamente la parte orientale del mondo, e in particolare la Siria e l’Iraq o quello che rimane di due tra gli Stati antichi e moderni  che hanno provocato la nascita di coalizioni contrapposte in diversi momenti della nostra recente storia restano alcune immagini che restano impresse a tanti osservatori del mondo che sta cambiando.  

Innanzitutto il corpo di Aylan Kurdi. Come scrive oggi un quotidiano inglese, “il corpo di Kurdi, per il fatto di essere piccolo, vestito come un bambino europeo e con la pelle chiara, il figlio di una  famiglia di rifugiati curdi che avevano attraversato il Mediterraneo  dalla Turchia verso l’Europa è diventato come “un nostro figlio”. Nel momento stesso in cui il suo minuscolo corpo ha toccato la spiaggia nei pressi di Bodrum e la fotografia ha fatto il giro dei giornali di tutto il mondo, il razzismo malcelato di tanti politici anche italiani è stato costretto, sia pure per poco tempo, al silenzio.  Ma quell’immagine rischia di oscurare tutta una serie di ammonimenti che continuiamo a ignorare a nostro rischio e pericolo.  

Non è un fenomeno soltanto del ventunesimo secolo,basta pensare al ventesimo ai sopravvissuti del genocidio armeno del 1915 o alle vittime della rivoluzione bolscevica o di altri tentavi rivoluzionari che hanno percorso l’intera Europa nei primi decenni  del Novecento. E basta pensare alla fondazione di Roma e al viaggio di Enea che fugge dalle coste dell’Anatolia  e arriva sulle coste del Lazio dove nascerà quella città destinata a diventare nello stesso tempo quella della religione cristiana e di quella che sarà prima la capitale di un impero come quello romano e quindi di un nuovo Paese che si chiamerà Italia. I bambini morti ci ricordano come Aylain una parte terribile del nostro passato di europei che hanno invaso le Americhe e l’Africa alla testa di eserciti sempre più armati e terribili con un numero sempre più alto di civili (80mila per l’esattezza negli ultimi anni ). Vittime degli autocrati come Saddam Hussein o Muhamad Gheddafi.

 

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