Berlusconi contestato. Il premier oramai costretto ad uscire dalle porte di servizio

ROMA – Nel 2006 Renato Schifani invitava il contestato Prodi ad “andare per strada, fra la gente comune”. Perché non propone ora la stessa cosa al suo capo?

ROMA – Oramai non c’è un posto dove si rechi che non veda una folla fischiante e schiamazzante. Strepiti di contestazione che poi si sciolgono in applausi quando passa il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Silvio Berlusconi è costretto, come è successo ieri, ad uscire da porte secondarie per non suscitare reazioni e far preoccupare la sua nutrita scorta. Un premier oramai inviso alla popolazione, con i consensi in netta picchiata. “Anche le rilevazioni ci dicono che la maggioranza degli italiani non vuole più Berlusconi presidente del Consiglio” afferma il leader del Pd Pier Luigi Bersani a “Radio 24”, prendendo spunto dai fischi avuti dal presidente del Consiglio ieri durante le celebrazioni del 150°. “Ci vorrebbe un Paese in cui non ci fosse bisogno di fischiare Il problema è che c’è un governo azzoppato, un Paese con grandi problemi dei quali non si riesce a discutere. Non si riesce a discutere di lavoro, delle difficoltà sociali ed economiche del Paese. Sono paralizzati e paralizzano il Paese”. Lui è furioso per le contestazioni ed i suoi gerarchi minimizzano. Ma poi se ne esce con una delle sue frasi ad effetto: “Ce la faremo anche questa volta, come nel ’94. Non lasceremo il paese ai comunisti”. Ma è il clima ad essere cambiato e lui lo percepisce. Anche ieri sera, al Teatro dell’Opera di Roma, dove si è recato per assistere al “Nabucco” diretto da Riccardo Muti, è stato accolto da una salva di fischi.

La folla assiepata dietro le transenne ha iniziato a fischiare e urlare cori da stadio quando il premier è uscito dall’auto all’ingresso del teatro. Fischi e grida ‘vattene’ si sono fatti sentire anche da chi osserva la scena dalle finestre del palazzo di fronte al teatro. Se si volesse ricorrere alla nemesi storica, si potrebbe ricordare quanto asserivano i gerarchi berlusconiani in occasione delle contestazioni all’allora primo ministro Romano Prodi all’apertura del “motor show” di Bologna il 10 dicembre 2006. Quel giorno fu un gruppetto di fascisti ad insultarlo al grido di “Viva il duce!” e forse militanti di Forza Italia organizzati a bella posta. Ma fu l’attuale presidente del Senato Renato Schifani a dare la versione berlusconiana di quei fischi: “Troppo semplicistico affermare che chi ha contestato Prodi a Bologna è solo un gruppo di propagandisti. Il professore chiude gli occhi di fronte ad una realtà che non gli piace e che ha colpevolmente determinato. I fischi al Motor Show sono l’ennesimo segnale della protesta diffusa in tutto il Paese, il Premier vada in strada tra la gente comune!”. Ora anche Silvio Berlusconi potrebbe fare la stessa cosa, facendo proprio il consiglio del suo fedele collaboratore. Andare per strada, fra la gente comune, piuttosto che infilarsi nelle gioiellerie per acquistare i “regalini” per le sue appassionate “Olgettine”.

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