Bersani-Holland. Da Parigi qualcosa di sinistra

ROMA – “ Di’ qualcosa di sinistra” invocava Nanni Moretti  rivolto a D’ Alema durante una manifestazione che, se ben ricordiamo, si svolse a Piazza Navona. Sono passati più di dieci anni e la risposta arriva da Parigi, dalla grande manifestazione a sostegno della candidatura a presidente della Francia del socialista Francois Holland.

A Moretti risponde il segretario del Pd, Pierluigi Bersani che rompe gli indugi e si decide a intraprendere una navigazione non troppo tranquilla. Un drappello di parlamentari del Pd, ultrà centristi, ex dc in particolare, quando Bersani non ha neppure finito di terminare il proprio  intervento, criticano duramente il segretario del loro partito. La stessa  sua presenza ad una assemblea che vede insieme le  forze progressiste e socialiste europee  viene vista come una bestemmia.  I centristi del Pd sono sostenitori del candidato Francois  Bayrou, già sconfitto  in precedenti elezioni. Con il loro voto a questo esponente politico non fanno altro che favorire Sarkozy che si trova attualmente in svantaggio rispetto ad Holland.

Il manifesto “ Per un nuovo  Rinascimento europeo”

I centristi del Psd ce l’’hanno con Bersani anche perché la manifestazione di Parigi  – che lancia  il manifesto per  “ Un nuovo Rinascimento europeo” – vede presente anche il  capo dei socialdemocratici tedeschi, Sigmar Gabriele. Bersani nel suo intervento molto applaudito ha detto certo cose di sinistra, che però dicono anche i liberali autentici, gli europeisti convinti. Ci vuole un Europa politica che prenda il posto delle tecnocrazie che hanno provocato l’attuale disastro economico. Occorre battere l’asse  Sarkozy- Merkel, anche la cancelliera andrà ad elezioni nel prossimo anno, per ricostruire una identità dell’Europa come comunità di popoli e non di governi..”

Progressisti e socialisti per una nuova politica europea

Oggi, qui a Parigi, i progressisti Europei mostrano la volontà che li unisce: aprire una nuova stagione della storia e della politica per l’Europa. “Questa oggi- ha detto Bersani- è la nostra ambizione. Non dobbiamo avere più timidezze. Vorrei dirlo con chiarezza: per noi, per le forze democratiche, progressiste e socialiste, questo non è più il tempo dell’attesa. Questo è il nostro tempo. I conservatori, in fondo, la loro chance l’hanno avuta. Loro hanno guidato a lungo le sorti dell’Europa: in Francia e in Germania. In italia e altrove. Hanno seminato le loro idee e i loro valori. Ma la raccolta si è rivelata disastrosa”.

Bersani ha affrontato anche i problemi aperti da nuovo trattato intergovernativo sulla disciplina di bilancio, il ‘fiscal compact’, firmato da 35 paesi e ora in attesa di ratifica. “Non basta, non è sufficiente” senza l’aggiunta di iniziative per la crescita che permettano di uscire dalla crisi e di non aggravare la recessione”, ha detto il segretario del Pd.  E proprio sulla richiesta  agli elettori di dargli il mandato per riaprire il negoziato sul ‘fiscal compact, Hollande ha centrato  la proposta di politica europea del suo programma.

Quella dei conservatori, ha detto Bersani, è stata “una politica del tutto inadeguata ad affrontare l’emergenza economica e “sociale della crisi”, nella quale “si è continuato a difendere una linea perdente, coltivando l’idea che tutte le colpe fossero dei singoli paesi, del loro debito e dei loro disavanzi. Sì, c’è un problema di disciplina dei bilanci – ha sottolineatoi il segretario del Pd -, ma non è lì l’origine della crisi. Gran parte dei problemi di bilancio è piuttosto una conseguenza della crisi, che nasce da squilibri macroeconomici e sociali, da debolezza della domanda, dalle disastrose distorsioni della finanza”.

Per Bersani, “i progressisti europei devono alzare la voce e dire che gli squilibri di oggi sono l’esito di un impianto istituzionale europeo troppo debole, di scelte di politica economica radicalmente sbagliate, di una resa agli interessi della finanza, di un’austerità cieca.

Austerità cieca Il “fiscal compact” non basta, non è sufficiente

“I danni sono sotto i nostri occhi: sì – ha  affermato -, quel trattato non basta, non è sufficiente”. Parole che non comparivano nel testo  diffuso. Saranno  fischiate le orecchie a Mario Monti che di quel trattato è stato uno dei fautori e non perde occasione per elogiarlo. Del resto la sua politica è congeniale con gli accordi fra i governi sul fiscal compact voluto dalla Merkel con la benedizione di Sarkozy. Non è un caso che proprio il cancelliere tedesco abbia più volte affermato che, d’intesa con Monti, ma lui ha smentito, occorre andare in soccorso del presidente francese.. C’è un Bersani a Parigi e uno a Roma ? Sono le contraddizioni della attuale situazione politica italiana.  Da Parigi sempre Bersani ha ricordato a Monti che si deve fare di tutto per raggiungere un accordo sulla riforma del mercato del lavoro, così come stabilito nell’incontro fra il premier e i partiti che lo sostengono. Monti pare se ne sia dimenticato ed ha affermato che lui andrà avanti comunque, accordo o non accordo.

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