Orgoglio leghista? Maroni vuole pulizia. Bossi denuncia il complotto

BERGAMO – Roberto Maroni dal palco di Bergamo, dove si è svolto il raduno battezzato “Orgoglio leghista”, invoca  la pulizia per estirpare il male dalla Lega,  da Belsito fino ad arrivare a Renzo Bossi detto il trota, passando per Rosy Mauro che ancora resiste.

Sono loro per l’ex ministro i veri ed unici colpevoli per aver gettato fango sul partito del Carroccio. il partito che da quando è nato ha sempre combattuto la corruzione nel palazzi. Maroni è sicuro che questa drastica soluzione possa bastare all’elettorato padano, affinchè sia fatta giustizia e il sogno leghista continui a sopravvivere verso le sue mete politiche.
E lo fa con tanto di scopa di saggina tra le mani sulla cui sagoma è stato inciso il vessillo della Padania, ovvero il cosiddetto Sole delle Alpi. 
Insomma per Maroni è necessario un “codice morale della Lega a cui tutti si devono attenere, per evitare nuovi momenti difficili”.


Tuttavia quando prende la parola Bossi, acclamato da un pubblico che sfiora momenti di pura esaltazione, le carte in tavolo cambiano. Il Senatur denuncia il complotto dei magistrati, accusa la stampa di farneticare, di aver messo addirittura tirato in ballo assurde “messe nere” della moglie e poi furbescamente mette in atto la sua strategia populista attraverso una serie di messaggi simbolici molto convincenti, almeno per il popolo padano.

”Dobbiamo restare uniti per non lasciare aperti varchi al nemico” dice Bossi, sicuro che i recenti episodi non abbiano scalfito minimamente il suo partito, ma siano opera di nemici per disfarsi del più grande partito della Padania.
”Vi pare che la Lega possa mescolarsi con investimenti fatti a Cipro dove portano i soldi i boss della ‘Ndrangheta?” Insomma per il Senatur non v’è ombra di dubbio: c’è un  oscuro  nemico  alle porte che sta facendo di tutto per abbattere il temuto partito della Lega Nord. “I miei figli?”, s’interroga Bossi.  “Dovevo fare come Berlusconi e mandarli a studiare all’estero”, prosegue il Senatur, facendo intendere che l’errore di farli entrare nel partito li avrebbe esposti anche a sgradevoli episodi come dimostrano i fatti. Insomma da opportunisti a vittime di un sistema politico che non risparmia nessuno , sembra essere il messaggio di Bossi.  Una posizione sicuramente diversa rispetto alla presa di posizione di Maroni che pochi minuti prima ha invocato più volte alla “pulizia” interna al partito e senza guardare in faccia nessuno.

E così Bossi quasi volesse cancellare con un colpo di reni le lotte intestine che stanno tormentando la sua Lega richiama con impeto il popolo padano all’unità. Poi con la sua consueta teatralità chiama sul palco un militante armato di bandiera leghista. Bossi la bacia e infine incoraggia anche Maroni e Calderoli a fare la stessa cosa. 
E si ha come l’impressione che questo sia l’ultimo saluto a un sogno politico ormai  infranto.

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