ROMA – Dalle buone intenzioni alle soluzioni insufficienti e pasticciate del Governo contenute nel decreto sulla Sanità del ministro Renato Balduzzi approvato dal Consiglio dei ministri.
Troppi gli interessi che si intrecciano e ignorano la domanda di salute dei cittadini. Siamo convinti che si poteva e si doveva fare di più. Diamo un giudizio severo mentre da parte del governo si è parlato di “ rivoluzione nella sanità”, si sostiene che le norme approvate che devono andare al giudizio del Parlamento e allo Statop-Regioni sono destinate a cambiare un pezzo del sistema sanitario. La nostra valutazione, di Federconsumatori e Adusbef è motivato dal fatto che, ancora una volta, prevale la logica dei tagli e delle compatibilità finanziarie, mentre non si ravvisano tracce di riforma e innovazione del Sistema Sanitario Nazionale. Anche ad una prima lettura appare evidenti che si tratta, appunto, di un provvedimento pasticciato, con molte lacune e molti annunci. L’assistenza territoriale è solo nominata. Infatti il decreto conferma la volontà di garantire l’assistenza territoriale per l’intero arco della giornata e della settimana , ma non dice come e con quali risorse realizzare questa attività: si elimina l’obbligo di aggregazione di medici ed operatori e si rinvia ai limiti delle disponibilità finanziarie assegnate alle regioni.
Per i Lea (livelli essenziali di assistenza) si rinvia l’aggiornamento a fine anno e si condizionano agli equilibri di finanza pubblica. Non c’è nulla per la non autosufficienza, ma c’è la sanatoria per la libera professione intramoenia. Si prevede di incrementare gli spazi privati dell’edilizia sanitaria. Sul fronte della dirigenza sanitaria e del governo clinico nessuna novità di rilievo per frenare la cattiva sanità. Le disposizioni in materia di farmaci, che pure abbiamo apprezzato, non compensano le norme ambigue e soprattutto le decisioni non prese.Federconsumatori e Adusbef confermano il loro impegno per il diritto alla salute e l’universalismo del sistema sanitario nazionale, contrastando la progressiva spinta alla privatizzazione della sanità ed il trasferimento sui bilanci familiari delle spese per la salute. Una tendenza che continua a produrre gravi ed inammissibili discriminazioni tra i cittadini.