Sport e salute. Il ministro pensa ai defibrillatori, le strutture sportive cadono a pezzi

ROMA –  “Cambiare vita si può”.  È questo il primo pensiero del ministro della Sanità Renato Balduzzi che  in una intervista rilasciata al Corriere dello Sport ha approfondito i contenuti del decreto approvato mercoledì dal Consiglio dei Ministri che dovrebbe avere conseguenze sulla vita dei giovani per frenare la diffusione di fumo, consumo di bevande non molto salutari e allontanarli dai rischi del gioco d’azzardo.

Insomma, lo sport, sempre secondo il ministro, dovrebbe rappresentare un indicatore importantissimo per il raggiungimento di tale obiettivo.
 Il mondo dello sport plaude il ministro per l’obbligatorietà del defibrillatore anche per le società dilettantistiche: “È un passo avanti importante sul terreno della sicurezza, così come un passo avanti su quello della prevenzione è la più specifica certificazione di idoneità alla attività fisica. Si è parlato di certificazione specialistica, ma il medico di base ha tutti gli strumenti professionali per rilasciare il certificato ma dovrà essere più specifico”.

A tal proposito sarebbe utile per il ministro, che tanto vuole incentivare lo sport  per scongiurare strapazzi giovanili, di farsi un giro per le palestre italiane. Sarebbe utile vedesse con i propri occhi quante sono le possibilità che i giovani hanno per praticare uno sport, quali sono le strutture pubbliche offerte ai ragazzi e soprattutto quanto pesa sulla famiglia il costo di un figlio che vuole dedicare alcune ore settimanali ad una attività sportiva, visto i tempi di crisi.
In molti comuni d’Italia vengono denunciate poche strutture sportive, molte delle quali versano in condizioni fatiscenti, dove da anni non si fanno neppure le manutenzioni. Spesso, inoltre, può accadere che i campi non siano neppure regolari per ospitare dei tornei al chiuso, come accade nella pallacanestro.
Insomma per incentivare lo sport non basta inserire i defibrillatori, oppure spostare le macchinette mangiasoldi che poi sono gestiti dai Monopoli di Stato. Ci vogliono politiche che partano a monte delle questioni e non dei palliativi di facciata.

Condividi sui social

Articoli correlati