Sondaggio su Berlusconi: la maggioranza degli italiani non è d’accordo sulle leggi “ad personam”

ROMA – Secondo un sondaggio promosso dal quotidiano on line “affariitaliani.it” insieme a Swg, il 62% degli italiani ritiene che i giudici non stiano “perseguitando” Silvio Berlusconi nel caso Ruby. Al contrario, il 32% lo ritiene. Il 73% considera che il premier non debba modificare le leggi penali a suo uso e consumo, per evitare i procedimenti, contrario il 27%. Il 58% di essi è contrario all’introduzione del processo breve e di un lodo costituzionale, mentre il 42% è d’accordo. Naturalmente, fra gli elettori di centro-destra prevale una maggioranza che ritiene il premier perseguitato dai magistrati. Particolarmente interessante è l’opinione dei due terzi degli intervistati, secondo cui non è ammissibile in un sistema democratico che si possano modificare le leggi per scopi del tutto personali e non per il bene della collettività. Ancora più interessante è il dato per cui circa la metà degli intervistati di centro-destra ritiene non ammissibile tale uso personalizzato del Parlamento e delle leggi. Bisogna però tenere conto che la maggioranza degli elettori di centro-destra non collegano la cosiddetta “riforma della giustizia” proposta dai berluconiani con provvedimenti favorevoli al premier. E così ritengono giusta l’introduzione del processo breve per sveltire i giudizi, connsiderati eccessivamente lunghi.

Il sondaggio è stato realizzato su un campione di 3.200 italiani maggiorenni rappresentativi della popolazione italiana.

 

 

 

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