La correzione del sistema pensionistico nella legge di Stabilità

ROMA – Nella Legge di Stabilità, come ben sa il Presidente del Consiglio Letta, si affollano molti problemi. L’abilità del governo consiste nell’individuare le priorità  in relazione alle risorse disponibili.

A noi stanno molto a cuore le tematiche di carattere sociale e ci rendiamo conto della necessità di procedere in due direzioni: la prima, fondamentale, è quella dello sviluppo; la seconda, è quella della salvaguardia di chi rimane senza reddito, attraverso l’adozione di adeguate protezioni sociali. Da questo punto di vista abbassare la pressione fiscale sulle imprese e sul lavoro va nella direzione di sostenere lo sviluppo ed i consumi popolari.         Il Presidente del Consiglio ricordi ,però, che anche la correzione al sistema pensionistico può dare un contributo per migliorare la condizione sociale di molti cittadini: introdurre un criterio di flessibilità nel sistema previdenziale, rendendolo più graduale, favorisce l’occupazione giovanile perché rimuove il blocco rappresentato dal brusco innalzamento dell’età pensionabile fino a 67 anni; risolvere il problema dei cosiddetti esodati diminuisce il numero dei nuovi poveri, cioè delle persone rimaste senza lavoro, ammortizzatori sociali e pensioni. Non affrontare questi temi nella legge di Stabilità  significherebbe non essere in sintonia con i problemi reali del paese. 

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