Letta In Usa.“Usciti dall’emergenza” ma il pregiudicato pensa alla crisi

Sotto tiro la legge di stabilità

ROMA – Enrico Letta è Washington incontra Obama, rilascia interviste, annuncia che l’Italia è uscita dall’emergenza,.<. Il presidente Usa è reduce dalla battaglia al Congresso che si è conclusa con l’accordo per l’innalzamento del tetto del debito. Accordo che, seppur temporaneamente, ha evitato uno schok sia sociale (pagamenti di pensioni e dipendenti pubblici) sia finanziario (pagamento degli interessi sui titoli pubblici). Oltre all’innalzamento del debito, è stata anche trovata l’intesa per far cessare lo “shutdown” che da circa due settimane paralizzava alcune attività federali. Barack Obama è stanco, lo scontro con i repubblicani, usciti sconfitti, non è stato di poco conto.

Il premier: anche io ho i miei problemi in casa
Intervistato dalla Pbs, la tv pubblica, ha affermato che lo stallo degli scorsi giorni sul debito Usa è complesso, ma “ posso capirlo perché anche io ho i miei problemi a casa”. Sembra un segno del destino che quando Letta sbarca negli Usa per stringere accordi economici, dall’Italia arriva la notizia che Berlusconi ha convocato i ministri per “confrontarsi “ sulla legge di stabilità. Poco tempo fa sempre con Letta negli Usa, il pregiudicato aveva ordinato al vicepremier, Alfano,ai “ suoi” ministri di dare le dimissione, idem per i parlamentari. La riunione a Palazzo Grazioli è durata circa tre ore. Poco si sa sull’esito del “ vertice Pdl”, con i ministri c’erano anche Letta zio e Schifani, poi è arrivato Bondi, accompagnato dalla consorte, la senatrice Repetti. L’obiettivo di questa riunione nelle intenzioni di Berlusconi era quello di tastare il terreno per una operazione, tipo pirateria. La legge di stabilità non va, un errore, tutto sbagliato, grida la pattuglia dei falchi e dei lealisti. Potrebbe essere presa in considerazione la possibilità di dichiarare la crisi di governo nel momento in cui il pregiudicato decadesse da senatore. Staccherebbe la spina non per i suoi problemi con la giustizia ma per il bene del Paese. Per questo nell’incontro con i ministri anche i “ lealisti” alla Fitto non avrebbero posto problemi relativi ad una eventuale crisi. Minaccia di crisi invece da parte di Schifani in relazione al fatto che non si riesca ad eleggere il presidente dell’antimafia conteso fra Pd e Pdl. Poi c’è l’accordo e si indica uno di Scelta civica, che si divide sul nome. Il Pd se ne va dall’aula. E Schifani minaccia crisi.

Bordate dai falchi e lealisti non per migliorare la legge ma per preparare la crisi

Un intermezzo mentre le bordate contro la legge dal fronte dei berluscones si fanno sempre più forti, una sparatoria ad\alzo zero. Non per correggere, per rivedere, cercare di migliorare questa legge, per quanto si può ma per scaricare sugli alleati, il Pd, in particolare la responsabilità di una eventuale crisi. A Enrico Letta devono essere fischiate le orecchie. Nell’intervista ha dichiarato che dopo la fiducia e l’approvazione della legge di Stabilità l’Italia è fuori dall’emergenza. Secondo legge questa sarà la prima Finanziaria con deficit, spesa pubblica e pressione fiscale in calo”. Vediamo come la pensano alcuni “ .

Le critiche e le preoccupazioni da noi mosse sulla legge di stabilità, non vanno ricondotte al dibattito interno”, dice l’avversario numero 1 di Alfano, Raffaele Fitto.. La delusione per la legge “si aggrava di ora in ora”, ha sottolineato il falco super Daniele Capezzone.  Il coordinatore del partito, Sandro Bondi: “Chi, anche all’interno del mio partito, mi include fra gli estremisti è in malafede. Comunque, se questa legge non sarà modificata nella sostanza, avrei difficoltà a votarla, così come non ho votato la fiducia al governo”. Maria Stella Gelmini : “È una manovra deludente, nasconde un ritorno dell’Imu. Insomma, pare di capire, che tutte le critiche si incentrano sull’Imu. Sul versante del centro sinistra, del pd, in particolare, si muovono critiche ben più consistenti che riguardano gli obiettivi mancati dalla manovra, equità, lavoro, cuneo fiscale del tutto insufficiente e poi i soliti pubblici dipendenti presi di mira.

Le critiche del viceministro Stefano Fassina

Il viceministro Stefano Fassina delinea una legge di stabilità molto diversa da quella approvata. Lamenta di non essere stato coinvolto nella discussione, stando all’Huffington post penserebbe a eventuali dimissioni. Insomma il fronte è agitato. I renziani si fanno sentire con Yoram Gutgeld, una specie di consulente a economico afferma che la legge è così stabile, soffice ed equilibrata che praticamente è come se non fosse mai stata fatta, come se non esistesse”.

Il Parlamento potrà modificare in meglio la legge di stabilità
Dai singoli ministri, D’Alia in particolare con riferimento ai dipendenti pubblici, ma anche da Saccomanni vengono aperture al Parlamento, che potrà migliorare la legge. Ci viene da chiederci. Ma perché non l’hanno fatta “migliore”. Misteri del politichese. Intanto Letta, tenuto sempre informato sui fatti italiani, sta discutendo sull’accordo di libero scambio tra gli Stati Uniti e l’Europa. Secondo alcuni dati, grazie a questo accordo le esportazioni italiane oltreoceano potrebbero aumentare di 5,6 miliardi di euro con la creazione di circa 30 mila nuovi posti di lavoro in tre anni. Secondo l’Istituto per il Commercio Estero (Ice) i due settori in Italia che trarranno i maggiori benefici dall’accordo sono il tessile e l’agroalimentare. Auguri presidente. Ogni volta che va in Usa il governo rischia. Forse il pregiudicato è invidioso dei suoi rapporti cordiali con uno “molto abbronzato”.

 

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