La politica urbanistica per Roma: dall’espansione alla rigenerazione urbana

ROMA – Una politica urbanistica che metta fine all’espansione disordinata e a macchia di leopardo consumatrice di suolo agricolo è un presupposto fondamentale per uno sviluppo sostenibile di Roma.

Per invertire questa tendenza espansiva occorre spegnere il motore che l’ha generata: l’intreccio fra rendita speculativa urbana e finanziaria. Lo scambio, tenacemente perseguito dalla amministrazione di centro destra, tra urbanizzazione  e spesa pubblica clientelare  non è più sostenibile.  Se la priorità è dare risposte all’occupazione soprattutto giovanile e femminile, è necessario liberare la città da questa deriva e farne luogo di attrazione per investimenti produttivi, generatori di buona occupazione. Questo è possibile attraverso un diffuso programma di rigenerazione urbana nei quartieri, nell’uso dell’energia, nella mobilità, nei rifiuti, nelle aree verdi e agricole, nella riqualificazione edilizia, nelle bonifiche, nei servizi.
A tale scopo la rigenerazione urbana, nell’orizzonte strategico di una effettiva trasformazione policentrica della città e a partire dalla riqualificazione delle periferie, deve diventare la priorità della politica urbanistica romana perché è quella che più di altre ipotesi può rimettere in moto in modo virtuoso il ciclo edilizio.
In particolare si tratta di intervenire con priorità in cinque direzioni.
1 – Il sistema della pianificazione. E’ necessario porre al centro del governo delle trasformazioni urbana la realizzazione di quel sistema di servizi, puntuali e a rete, che rendono la vita dei cittadini meno faticosa e sicura, a partire da quelli più deboli (bambini e anziani), che tutelano l’ambiente ed il patrimonio culturale e storico, favoriscono la crescita dell’occupazione e qualificano l’impresa.
    Le azioni prioritari che si impongono sono: aprire una fase di riflessione sull’impatto che hanno sul Piano Regolatore Generale i programmi e progetti urbanistici frutto di un interpretazione estensiva della perequazione urbana; definire le implicazioni economiche e finanziarie, per il pubblico e per il privato, derivanti dalla attuazione delle previsioni del Piano regolatore da tradurre in precisi programmi pluriennali di attuazione con la indicazione delle fonti delle risorse necessarie alla loro attuazione; stabilire, in forma inderogabile, che di ogni trasformazione urbanistica ed edilizia pubblica e privata, debba  essere indicato il piano finanziario ed i tempi per la sua attuazione, gestione e manutenzione; procedere rapidamente alla informatizzazione del catasto facendone uno strumento di conoscenza in tempo reale delle trasformazione edilizie ed urbanistiche e di contrasto alla evasione fiscale immobiliare; ridurre le centralità urbane metropolitane per una effettiva trasformazione policentrica della città puntando prioritariamente sulla valorizzazione di quelle pubbliche.
        2. La qualificazione edilizia e urbana. Significa fare i conti con la città esistente nelle sue dimensioni urbanistiche, edilizie, ambientali e sociali al fine di venire incontro ai bisogni dei cittadini in termini di qualità e costo della vita, ricchezza di relazioni, promozione sociale e culturale, mobilità, sicurezza sanitaria ed ambientale. A tale scopo è necessario governare la città ponendo al centro dell’attenzione non più le pretese della rendita, ma la qualità delle condizioni di vita e del sistema delle relazioni sociali, economiche, culturali, territoriali. Per fare questo è necessario innovare profondamente gli strumenti della trasformazione.
    Le azioni prioritarie necessarie sono: garantire un effettivo controllo pubblico delle trasformazioni urbane attivando le opportune strutture quali ad esempio le Società di Trasformazione Urbana; definire un quadro normativo condiviso e trasparente per favorire progetti di riconversione del patrimonio pubblico (aree dismesse, caserme, depositi, ecc.); avviare un programma qualificazione dei luoghi pubblici, anche attraverso il coinvolgimento di risorse private, senza che questo ne limiti la fruizione pubblica; attuare il Progetto Fori; attuare il Parco archeologico dell’Appia Antica
    3. I quartieri periferici. La crescita incontrollata, anche se legale, ha prodotto la proliferazione di aree periferiche urbane prive dei fondamentali servizi che, sommandosi ad aree di edilizia spontanea mai sanate, ha prodotto situazione di grave degrado che richiedono urgenti ed estesi interventi di qualificazione.
    Le azioni necessarie sono: definire un programma straordinario per la realizzazione nei quartieri periferici di servizi, illuminazione, viabilità, spazi pubblici, asili nido, ecc.; approvare tutti gli strumenti urbanistici per il recupero delle ex zone di edilizia spontanea.
        4.Il sistema della mobilità – E’ urgente dotare l’area romana di un efficiente sistema di mobilità perché è  uno dei servizi che sta più a cuore ai cittadini in quanto da esso dipendono la riduzione  dell’inquinamento, gli oneri della congestione e gli incidenti stradali, la riduzione dei  tempi degli spostamenti in particolare dei pendolari, la qualità dell’aria, la riduzione delle malattie polmonari, la contrazione della spesa sanitaria, la riduzione dei premi assicurativi. Per questo occorre rilanciare il trasporto pubblico locale partendo, in primo luogo, dalla qualità del servizio e mettendo al centro i cittadini utenti. Procedere in direzione della riorganizzazione delle reti con il completamento dell’anello ferroviario, i nodi di interscambio tra mezzi pubblici e privati, estendendo il sistema tranviario, delle metropolitane e della mobilità eco-compatibile (elettrica e ciclo- pedonale). Occorre, inoltre, avviare una nuova regolamentazione della mobilità privata, in particolare quella commerciale e turistica,  estendere la rete delle piste ciclabili.

    5. L’edilizia residenziale e sociale. Ancora rilevante è la domanda sociale di edilizia residenziale a cui deve essere data risposta e grave è l’assenza di misure nazionali per l’Edilizia residenziale pubblica.
    Le azioni necessarie sono: creazione, in collaborazione con il governo nazionale e regionale, di un fondo specifico per un programma per l’edilizia sociale per la realizzazione 500 alloggi all’anno nelle aree individuate dal PRG; accelerare la costituzione dei Fondi di investimento immobiliari per l’attuazione dei programmi di housing sociali capaci di produrre un reale effetto calmierante il mercato dell’affitto; ripristinare la legalità nella assegnazione degli alloggi E.R.P.; garantire risorse certe ed erogazioni regolari per i contributi destinati al sostegno all’affitto; impegno di risorse aggiuntive per incrementare il ricorso sul mercato delle locazione a canone concordato; dotare il Comune dell’Agenzia per la casa come strumento  di monitoraggio e controllo e governo del mercato immobiliare.

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