Il Pdl in piazza con Berlusconi. Aspre contestazioni, la tenuta del governo viene meno

Il Cavaliere contestato. Lancio di monetine. Bandiere del Pdl Bruciate, piazza divisa.

Il Pdl alleato con il Pd  ha fatto credere di tutto, ma non ha dimenticato la sua prima mission, ovvero quella di difendere il Cavaliere  dai processi che lo vedono imputato e condannato come riportano le recenti cronache giudiziarie. Così oggi il popolo del Pdl è sceso in piazza a Brescia, per sostenere il cavaliere, il quale denuncia una vera e propria persecuzione giudiziaria nei suoi confronti. Ma la cosa ancor più grave è che ha deciso di partecipare perfino Angelino Alfano, che dimentica volutamente di essere l’attuale vicepresidente del Consiglio.
“Oggi pomeriggio a Brescia. Tutti a fianco al Presidente Berlusconi e al nostro Sindaco Adriano Paroli!”, così aveva annunciato in un tweet l’ex Guardasigilli. Il Pdl, fin troppo sicuro di sè, fa sapere che la tenuta del governo non è a rischio per via di questa manifestazione. E invece lo è, eccome. Il centro destra, infatti, ha dimostrato per l’ennesima volta quali sono i veri problemi a cui tiene e che non tengono affatto conto delle reali necessità dei cittadini.  In effetti lo scontro non si gioca solo sul piano politico, ma anche sociale, considerando che questo tipo di manifestazione accresce l’indignazione di una larga fetta della società civile che oggi ha ben altro a cui pensare per sopravvivere.

Epifani, giornata che mina le istituzioni

Proprio come ha tuonato Guglielmo Epifani dalla Fiera di Roma dov’è stato eletto segretario del Partito Democratico: “Oggi è una giornata in cui chi è a Brescia sta continuando a mettere mine. La sfida è: questo è il governo del Paese o è quello degli interessi di qualcuno?”
Insomma, l’iniziativa pidiellina non è affatto piaciuta al centro sinistra ed ora bisognerà vedere come intende muoversi il PD sul piano istituzionale, visto che l’unica prerogativa del governo Letta era quella di cambiare la legge elettorale e traghettare il Paese a nuove elezioni.  
Anche Stefano Fassina, vice ministro dell’Economia, all’assemblea nazionale del Pd non usa mezzi termini: “Non c’è bisogno di essere anti berlusconiani per condannare senza se e senza ma le manifestazioni di Brescia e Milano, è sufficiente una cultura democratica ispirata alla costituzione”. E poi: “È un fatto molto grave  che chi sta in Parlamento o al Governo manifesti contro un potere dello stato. In particolare Alfano, vice presidente del Consiglio, alimenta le tensioni tra le forze politiche parlamentari che sostengono il Governo”.

Dure contestazioni a a Gasparri. Bandiera bruciata

Ma non è tutto. A Brescia non sono mancati sparuti gruppi di contestatori prima dell’arrivo di Silvio Berlusconi, atteso in Piazza del Duomo.
“In galera, in galera”, è stato uno degli slogan più inflazionati, tant’è che a Via Bevilacqua si sono registrati momenti di tensioni tra sostenitori del Pdl e manifestanti. E’ stata anche bruciata una bandiera del Pdl in segno di protesta.

Anche il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, è stato preso di mira e sono volate parole come “fascisti, carogne, tornate nelle foglie”.  Renato Brunetta, invece, al suo arrivo  si è fatto scortare da un cospicuo numero di carabinieri in tenuta anti sommossa. La pIazza del Duomo, ancora prima dell’arrivo di Berlusxconi è divisa in due. Un cordone di poliziotti in tenuta antisommossa separa la parte anteriore della piazza davanti al palco dai contestatori che riempiono la parte posteriore e che scandiscono “vergogna, buffoni”. Un grande striscione scritto a mano recita «Vi fa tanto terrore la giustizia»?

Grillo, Berlusconi fa la marcetta

Anche Grillo ha fatto sentire la sua voce. “Nel pomeriggio dell’11 maggio 2013, un condannato a quattro anni di evasione fiscale in secondo grado, farà la sua marcetta su Brescia in piazza del Duomo contro la magistratura”, ha scritto nel suo blog.
“I giudici hanno il torto di giudicarlo, per lui dovrebbero voltarsi dall’altra parte come il pdmenoelle o rimanere silenti come le statue di sale delle Istituzioni. Ma, purtroppo per Al Tappone, giudicare è il loro mestiere e i tribunali della Repubblica non sono ancora stati privatizzati. Non un fiato da Capitan Findus Letta, non un sospiro dai vertici del pdmenoelle in nome della ‘pacificazionè. Una parola usata per nascondere l’immondo mercimonio di un governo che rimane in piedi perché sostenuto da un condannato per i suoi fini personali”. E infine: ” Per questo governo i magistrati sono un impiccio, un ostacolo alle Grandi Intese, colpevoli di mettere in discussione la pax sociale, irresponsabili. ‘Lo Stato non può processare sé stesso, diceva Leonardo Sciascia. E oggi Berlusconi è lo Stato”.

Berlusconi per riforma giustizia contro le intercettazioni: “Sono come Enzo Tortora”

Alla fine il cavaliere dopo la lunga attesa si è presentato sul palco di Brescia: ”Io sono qui e resto qui, più determinato e convinto di prima. Dopo una settimana di assedio dico che se qualcuno pensa di spaventarmi, di scoraggiarmi, si è sbagliato di grosso. Se qualcuno pensava di intimidirmi si è sbagliato di grosso e restera deluso. Ogni famiglia che non ce la fa rappresenta per me uno struggimento, – ha aggiunto –  un dolore e solo stando al governo possiamo mettere in campo quelle politiche necessarie”.
E poi: “Questo governo è un fatto storico, epocale perché per la prima volta nella storia della nostra Repubblica il centrodestra e il centrosinistra sono riusciti a mettersi assieme per fare il bene del Paese e mettere mano a quelle riforme necessarie come ad esempio quella dell’elezione diretta del Presidente della Repubblica e dando pieni poteri al presidente del Consiglio”.  

E per finire Berlusconi aggiunge: “Noi vogliamo ripercorrere la via decisa dal popolo sovrano in materia di responsabilità civile del giudice stabilita nel referendum degli anni ’80.  In parlamento ci batteremo per una grande riforma della giustizia che non può piu aspettare, quella  che presentammo nella scorsa legislatura”, che voleva la separazione
delle carriere, parità tra accusa e difesa, responsabilità civile del magistrato. Magistrato che, secondo Berlusconi “deve rispondere dei suoi errori se commessi con dolo e colpa grave. Ma anche una riforma delle intercettazioni, perchè gli italiani tornino liberi di usare il telefono Quindi  il ripristino di un vero segreto istruttorio”.

Ma non è tutto. Il cavaliere si spinge ben oltre tornando alla questione giustizia: “La riforma della giustizia è una necessità per gli italiani. Ieri ho visto un filmato e mi sono commosso. Tortora diceva ai giudici ‘Io sono innocente, spero dal profondo del cuore che lo siate anche voi'”. Citazione che non è piaciuta allla figlia dello presentatore televisivo scomparso ormai da alcuni anni. “Ero preparata. Caro Silvio, mio padre era un’altra storia. Un’altra persona. Ognuno risponde alla sua coscienza”, scrive su Twitter Gaia Tortora. Posizione condivisa da Roberto Saviano. “Nel paragonarsi alla tragedia che visse Enzo Tortora, Silvio Berlusconi si palesa per quello che è: un uomo senza dignità”, twitta lo scrittore.ROMA – Altro che governo di transizione per fare le riforme necessarie e traghettare l’Italia a nuove elezioni. Altro che Esecutivo ad hoc per fare gli interessi dei cittadini schiacciati dalla crisi economica.

Ora bisognerà attendere la reazione del Pd e soprattutto di Enrico Letta, perchè le parole del cavaliere non solo sono esenti da aspre critiche, ma c’è un governo che difficilmente potrà continuare a convivere serenamente. E questo è inutile nasconderlo.

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