I had a dream. Dal 21 gennaio al 3 febbraio

ROMA – Complice il tepore provocato dalla febbre di una leggera influenza, mi sono addormentato dolcemente. Ho socchiuso gli occhi e, cosa che non mi capitava da tempo, ho iniziato a sognare. Mi trovavo in un posto familiare ma che, per qualche motivo, continuava a sembrare sconosciuto.   

Scivolavo lentamente con la mia bicicletta per le vie tranquille di una città ordinata e silenziosa.  
Nonostante fosse l’ora di punta  il traffico era ordinato e personalmente non ero bersaglio di automobili  dal rantolo rabbioso né di sciami di rumorose motorette  che mi circondavano minacciose da tutti i lati. Pedalavo tranquillo e iniziavo a riconoscere la mia città. Non c’erano veicoli in doppia o terza fila che costringevano a improvvisi slalom accompagnati, nella migliore delle ipotesi, da insulti ai miei antenati trapassati. I muri erano stati ripuliti dalla lunga teoria d’incomprensibili lordure, che per anni li aveva ricoperti come una brutta malattia della pelle. Non si scorgeva più la moltitudine di enormi cartelloni pubblicitari che spezzavano di continuo l’armonia delle forme e invadevano, non voluti, lo sguardo e la mente.

Sembrava di respirare un’atmosfera differente e piacevole.
Avevo la sensazione che una delle due Italie -quella civica e moderna- avesse preso il sopravvento sull’altra, egoistica e arretrata e non si manifestasse più a tratti, ma avesse finalmente preso corpo.
Sembrava che l’altra Italia, alla quale c’eravamo tristemente assuefatti , quella semianalfabeta e rozza,  cinica, vigliacca e furba, plasmata da anni di tiepida e grossolana stupidità  propinata dai mass media e  da esempi di personaggi di infima caratura, si fosse dissolta rapidamente. Ma com’era potuto accadere?

Continuavo a pedalare.
Le strade erano pulite e sgombre di rumori fastidiosi.  Una mamma m’informò che la raccolta differenziata funzionava da tempo. Mi arrestai a una fontanella per bere. Iniziai a parlare con un signore che stringeva tra le dita un sacchettino di plastica con i bisogni del proprio cane.  – Mi sembra tutto così strano  che quasi quasi non riconosco la mia città… l’ho lasciata alle prese con una crisi economica e sociale epocale, alla vigilia di elezioni  decisive e la ritrovo cambiata… – dissi sorpreso e quello –  Forse si riferisce alle elezioni di tanto tempo fa’…  Ora è tutto diverso.  Siamo ripartiti da zero.

Era un tempo drammatico durante il quale il disagio era cresciuto a dismisura. Più tardi si comprese che la ragione era assai semplice. Il quotidiano era stato espulso dalla politica e i nostri delegati, i politici , vivevano in territori inaccessibili, concentrati esclusivamente su loro stessi e sui loro affari. Per imitazione facevano la stessa cosa i grandi manager privati e di Stato, i banchieri, i magistrati e tutti quelli che avessero un qualche potere da esercitare…

L’equivoco fu scoperto in breve. Anche se dire “in breve” è inesatto visto che durava già da diversi decenni. In teoria questi signori erano stati delegati dai cittadini alla costruzione del proprio futuro attraverso l’amministrazione del proprio presente. In pratica, però, attraverso un truffaldino meccanismo di deleghe popolari, si erano isolati in una enclave con regole e linguaggi propri , ma soprattutto con enormi tornaconti economici e di potere, solo e sempre a vantaggio di talune o talaltre funzioni economiche, per lo più private, attraverso egoismo e sfrenata corruzione.
Vivevano in un mondo a parte mantenendo il popolo nell’ignoranza… concentrando l’informazione in poche mani e facendo leva sull’equivoco dell’emergenza continua e del potere della finanza, a tutt’oggi incomprensibile ai più, attraverso i quali manipolavano  le decisioni.

La gente, la famosa gente, mugugnava e gridava, ma senza intendere la direzione. Volgeva la testa da ogni lato, porgeva attenzione a chi gridava più forte, proprio come un bue irrequieto che viene portato al macello.
Una situazione da alto medioevo o pre-rivoluzionaria, ma la storia è monotona e ripete sempre gli stessi scenari.
La cosa buffa è che gli uomini quando vedono gli stessi scenari commettono sempre i medesimi errori. ..

Comunque accadde una specie d’inspiegabile rivoluzione. Quando questi individui si presentarono compatti alle elezioni, furono semplicemente ignorati.  Non so dire come capitò ma furono accantonati e in seguito allontanati. Con le buone o con le cattive. Furono tagliati i loro favolosi stipendi che tanto indignavano la gente. Furono aboliti i privilegi. Chi voleva partecipare alla res publica poteva ambire solo a un rimborso adeguato.  La corruzione fu combattuta duramente. Quasi tutti, a quel punto, visto che il gioco non valeva più la candela, tornarono a fare i loro mestieri. Molti caddero in miseria perché non sapevano fare nessun lavoro, se non parlare per ore di qualsiasi cosa. Ma non bastò.
Nessuna pietà per i sofisti, si disse…

Diversi finirono in galera, come l’uomo più ricco del paese che possedeva una miriade di imprese in tutti i settori, che fu al potere per venti anni e quintuplicò la propria fortuna prendendo decisioni che favorivano sempre i propri interessi mentre il paese finì , tra  frizzi e lazzi, sull’orlo del burrone.
 Fu arrestato in diretta televisiva dalla guardia di finanza, mentre si produceva in uno dei suoi monologhi elettorali promettendo qualcosa d’improbabile ai telespettatori.  Il parrucchino gli scivolò di lato per la sorpresa e le rughe si allargarono sotto il cerone come crepe su un muro. Fu uno spettacolo indimenticabile.  Contemporaneamente furono arrestati anche i suoi avvocati personali , che egli stesso aveva fatto eleggere deputati per farsi modificare le leggi che lo riguardavano e così via…

Furono votati degli sconosciuti, gli ultimi delle liste, gli esclusi dalle logiche dei loro stessi partiti. Non so come fu possibile. L’aberrante legge elettorale, che fino a quel momento aveva bloccato la vita democratica del paese, s’inceppò e iniziò a funzionare al contrario. In pratica fu spazzata via da se stessa. Fu la prima volta che gli ultimi furono i primi. E furono tanto riconoscenti che, senza i loro padrini e pupari di riferimento, iniziarono a governare, ad amministrare in maniera mirabile, attraverso un confronto rispettoso e civile.
A loro, d’altra parte si chiedeva una cosa semplice e complicata allo stesso momento; non ignorare, come era stato fatto fino a quel momento, le cose concrete…

L’inizio fu difficile anche perché obbligava i politici a spiegare con quali risorse avrebbero realizzato le cose che intendevano fare… Quindi furono bandite le promesse impossibili e di conseguenza furono stanati i mentitori incalliti. Furono tolte miriadi di leggi inutili. Semplificati i bizantinismi. Aggiornate le procedure.
Il processo fu lento, ma le gemme iniziarono a schiudersi come dopo un lungo inverno.
La felicità e il benessere erano dietro l’angolo e iniziammo dai diritti più semplici, quelli terra-terra per intenderci, che da anni erano stati calpestati e dimenticati: il diritto base di respirare, camminare, curarsi, muoversi., dormire, riposare, alimentarsi, coprirsi, studiare, istruirsi.

Il lavoro tornò a costituire la dignità e l’essenza di un essere umano, non un mero strumento di sopravvivenza, di distinzione di classe, di ricatto e di sopraffazione.
Ebbe termine quella continua mortificazione civica attraverso le tante cose che non funzionavano.  
Cessò, nell’atteggiamento delle persone, quella micro-brutalità , quel malumore costante, quella sguaiataggine , quella provocazione e strafottenza  che era diretta conseguenza del non sentirsi cittadini o più semplicemente, civicamente riconosciuti da nessuno, se non per essere vessati.

Si iniziò di nuovo a incrementare il patrimonio di bellezza comune per il benessere collettivo e non personale di qualcuno.  Capimmo che vivere con gli altri e per gli altri significava aspirare al rispetto di se stessi e non essere umiliati. Niente di più.
Gran parte delle risorse furono destinate all’istruzione, alla conoscenza e al sapere. Unici strumenti in grado di costruire la  propria libertà e quella degli altri.  E anche perché in seguito capimmo che non c’è sviluppo senza conoscenza e senza condivisione della conoscenza. (Buffo, ma non ce ne eravamo mai accorti…)

Prevalse la mitezza , ovvero si iniziò, cosa rara per i tempi, a trattare il prossimo senza aggressività preconcetta. Si smussarono tutti i possibili motivi di confitto. Il ragionamento prevalse sull’emozione. Il noi vinse sull’io.
Le persone iniziarono di nuovo a dire “scusi” , “prego” e “grazie” senza pensare di essere debitori con qualcuno.
Fino ad allora infatti non si ringraziava più nessuno per timore di  essere sottomessi.
Smettemmo di distruggere le risorse ambientali e iniziammo –senza retorica ma con esempi concreti- a preoccuparci di ciò che lasceremo alle prossime generazioni. (Non solo il nostro egoismo…)

I continui fascismi e i loro tanti figli illegittimi, tra cui i razzismi, che si erano depositati invisibili nel nostro dna, furono semplicemente superati come espressioni del passato e furono trattati come archeologia del pensiero come lo ius primae noctis, il guidrigildo, la lex talionis, le decime, le prebende o altre amenità del genere.  
Chi casualmente vi faceva riferimento veniva irriso  e invitato ad argomentazioni più serie.

Le mafie furono sconfitte con un’arma insolita: la cultura.

Fu aggiornato il nefasto perdonismo che per tanti anni aveva afflitto il paese, stravolgendo la logica della giustizia.
Perdonismo per il quale si finiva di continuo per essere benevoli verso chi commette va l’illecito, perché poteva essere recuperato –laicamente o religiosamente- attraverso il perdono, il condono, la prescrizione, mentre si  era oltraggiosi e sprezzanti verso chi rivendicava i propri diritti.
Le vittime non avevano mai goduto di buona luce nel nostro paese.

Si riuscì faticosamente a separare il laico e il religioso.
La Chiesa tornò a fare la Chiesa.  Ovvero a orientare e rassicurare, attraverso storie fantastiche, gli uomini e le donne che lo desideravano, sul loro presente e soprattutto sul loro futuro prossimo. L’aldilà per intenderci.  
Lo Stato smise di finanziare le scuole pubbliche (perlopiù cattoliche)  e la Chiesa smise di entrare negli affari politici e legislativi italiani specie per quanto riguardava  morale sessuale e  famiglia di cui , non si sa perché, negli anni passati si era arrogata il diritto nel dettarne comportamenti e orientamenti.  Prerogativa singolare poiché avendo fatto della castità e del celibato sua caratteristica precipua, non si capiva da dove venisse la competenza per dettare delle regole a una nazione intera…
Comunque cessò il feudale, pervicace e longevo strapotere della chiesa sulle coscienze individuali e nella politica. Libera chiesa in libero Stato. Separati proprio per essere liberi…
Così per incanto terminò l’ingerenza e s’iniziarono a rispettare i confini degli altri.

In questo periodo di profonde mutamenti “climatici “ il furbo si estinse semplicemente perché non era più funzionale all’ecosistema. Non serviva più essere furbi per sopravvivere in Italia.  A proposito l’ultimo esemplare  – un truffatore e ricattatore, convinto di farla sempre franca – si può osservare con ancora i suoi tatuaggi e gli occhiali da sole sulla fronte, al vicino  Museo Etno-Antropologico …

Per ultimo, possedendo il più grande patrimonio artistico mondiale, iniziammo un programma per la conservazione della bellezza tramandata. Fu una scelta ovvia, anche se rivoluzionaria. I nostri predecessori ci avevano lasciato in dono tesori inestimabili che per lungo tempo furono violentati perché non eravamo in grado di comprenderli.
 Solo ora abbiamo inteso che la conservazione della bellezza è impensabile senza conoscenza e alleanza continua tra i cittadini . Abbiamo imparato che la solidarietà nasce come necessità…

Rimasi  a bocca aperta. Lo aiutai a trovare il contenitore giusto per i bisogni del suo cane. Ringraziai della spiegazione e mi rimisi in moto.
Entrai frastornato in un bar dove c’erano diversi giornali sparsi su un bancone.
Iniziai a sfogliarli:
 
– Candidature impresentabili:  Silvio Berlusconi, a Studio Aperto, torna ad accusare i magistrati e attribuisce a loro la responsabilità di aver dovuto rinunciare a importanti candidature: “Noi abbiamo dovuto chiedere a nostri amici di rinunciare a essere presenti nelle liste perché una magistratura politicizzata li aveva attaccati e questo fatto, divulgato dai media poteva diminuire il nostro consenso”.

– “Mi candiderò fino alla morte” (Marcello Dell’Utri )

– “Contro la mafia e la camorra ha dunque vinto la malavita padana, da Milano a Firenze, da Berlusconi a Verdini, da Formigoni a Bossi. I due boss meridionali sono stati “consegnati”. Il malaffare del Nord si è liberato del malaffare del Sud perché se il bottino comincia a restringersi è ovvio che scoppino le faide all’interno delle cosche e tra cosca e cosca. E così alla fine l’operazione pulizia del Pdl ricorda “la cessione” alla polizia di Riina da parte di Provenzano, è l’amputazione della parte più esposta. E lo scopo non è tanto quello di imbrogliare gli elettori, visto che le liste sono comunque gonfie di impresentabili e il più impresentabile di tutti è Berlusconi, carico di processi e di sospetti, di insinuazioni e di condanne cadute in prescrizione. No, il vero scopo è salvare la famiglia, la roba, il patrimonio. I soldati possono e devono essere sacrificati quando è in gioco il bene supremo del potere.”

– Mps, sospetto mazzette per 2 miliardi
nell’acquisto di banca Antonveneta.
La Finanza indaga sull’afflusso di fondi da Londra, dove sarebbero finiti parte dei 9 miliardi pagati a Santander. E starebbero tornando in Italia. Un’ombra che probabilmente allargherà il fronte delle responsabilità oltre Mussari e Vigna. La Procura di Siena attenderà l’esito del voto: il dubbio che dietro le operazioni estere ci fossero regali ai partiti.

– Il Pdl: i soldi li ha presi il Pd.

– Bersani: se ci attaccano li sbraniamo.

– Monti: Il Pd è nato nel 1921.

– Berlusconi: Monti è un professorino.

– Monti: Vendola è un problema per Bersani non per me.

– Redditi, nel 2013 come 27 anni fa
e nel 2012 chiusa un’impresa al minuto.
I dati arrivano da uno studio che denuncia anche un crollo dei consumi, retrocessi ai livelli di quindici anni fa (-4,4% nel 2012). Il reddito disponibile pro capite toccherà quest’anno quota 16.955 euro contro i 17.337 euro dell’anno scorso. Scomparse 100 mila aziende.

– Grillo «Bombardiamo i musulmani? Ma se Al Qaeda si incazza, viene qua e fa una rappresaglia con chi ce la dobbiamo prendere? Io voglio dire a tutti gli amici musulmani che io non sono con i francesi, non l’ho deciso io. Se proprio volete bombardare o mandare qualche missile, ve le diamo noi le coordinate», spiega, sciorinando quelle del Parlamento italiano.
– Pomigliano,. Il giudice del Tribunale di Roma respinge il ricorso presentato dalla Fiom contro le 19 procedure di mobilità annunciate da Fabbrica Italia Pomigliano lo scorso 31 ottobre, e sulle quali non si è trovato un accordo tra azienda e sindacati. Rabbia e dolore tra gli operai di Pomigliano. Divisi in due: 19 operai vengono reintegrati e 19 finiscono in mobilità. Una guerra tra poveri che rischia dividere gli operai, a metterli uno contro l’altro.

– Berlusconi: “Restituire l’Imu agli italiani” “Rimborseremo in contanti un’imposta ingiusta”. Il piano per recuperare le risorse: un accordo con la Svizzera per la tassazione delle attività finanziarie. Poi lancia l’abolizione dell’Irap.

– A rischio fulmine i jet F-35 che compra l’Italia.
Il Pentagono: “Volate lontano dai temporali”. Un clamoroso rapporto della Difesa Usa rivela che nel tentativo di alleggerire i caccia-bombardieri di nuova generazione si è resa troppo sottile la corazza del serbatoio del carburante, con maggiore pericolo di esplosione non solo per il fuoco nemico.

– Berlusconi: “Fisco: faro’ un condono tombale”

– La struttura segreta del Vaticano. Immobili a Londra con i soldi di Mussolini.
Una società off-shore custodisce un patrimonio da circa 650 milioni di euro per conto della Santa Sede, che ha raggranellato prestigiosi locali ed edifici nella capitale britannica, grazie ai soldi che Mussolini diede al papato con i Patti Lateranensi

– Corona: “Ho fatto la storia del gossip e so che a un certo punto l’attenzione finisce. La peggiore condanna è il silenzio, quando nessuno più parla di te”.

– Nel giorno in cui si ricordano le vittime della Shoah, parlando del fascismo, il Cavaliere ha detto che “le leggi razziali” sono state “la peggiore colpa di Mussolini, che per tanti altri versi invece aveva fatto bene” e che l’Italia fu in qualche modo costretta a seguire i nazisti per non trovarseli nemici.
 
– Moccia dichiara che si darà alla letteratura leggera…

Mi sono svegliato di colpo e ho sbarrato gli occhi .
Ero tornato alla realtà…

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