ROMA – Si è svolto oggi a Roma, presso la sala delle Conferenze della BNL, il seminario Wec Italia sulla cattura e lo stoccaggio della Co2.
Fornire una visione completa sul tema della Carbon Capture&Storage mediante l’approfondimento dello studio di politiche e obiettivi a livello internazionale e italiano; con la presentazione di esperienze concrete e progetti in evoluzione da parte di aziende della petrolchimica e del settore elettrico, è stato l’acmè che si è cercato di raggiungere.
IL Wec Italia (istituito sotto il Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e del Ministero dell’Industria, Commercio e Artigianato nel 1988) sostiene la mission istituzionale del World Energy Council, partecipando al suo Programma di Studi Internazionali, ne divulga gli esiti nel contesto italiano.
Lo sviluppo del dibattito energetico nazionale è il nucleo da cui si dirama tutta la politica del Comitato nazionale, che opera per fornire un’informazione competente e aggiornata.
L’appuntamento di oggi, è il più autorevole nell’ambito del dibattito energetico internazionale. Durante il summit, si è ribadito che i 2/3 delle emissioni antropiche dei gas serra mondiali, sono causati dall’anidrite carbonica.
La crescita o la decrescita dello sviluppo economico influiscono, di certo non in maniera positiva, sull’aumento, in un raggio di tempo abbastanza lungo (da 28GtCo2 a 57 Gt nel 2050), sulle relative emissioni provenienti dal settore energetico.
E’ dunque necessario attuare una forte politica di governo che dovrà volgere a favore di una promozione delle tecnologie avanzate, per la generazione di energia pulita.
Ad oggi, la cattura e lo stoccaggio della Co2 sembra essere l’unica tecnologia messa a disposizione per regolare le emissioni collegate alle fonti fossili. Senza la diffusione di questa, ammonisce l’AIE, sarà invitabile l’aumento del costo complessivo del mix di tecnologie, necessarie per dimezzare entro il 2050 le emissioni annuali rispetto quelle del 2005, del 70%.
Il suggerimento che viene dato, è quello di realizzare 100 progetti di CCS entro il 2020, data fissata dalla Commissione ambientale dell’Unione Europea, e utopicamente più di 3. 000 entro il 2050, se si vorrà dare una sterzata positiva per la riduzione delle emissioni antropiche di Co2.
In Italia sembra che il Ministero dello Sviluppo Economico in cooperazione con quello dell’Ambiente, assieme agli operatori privati, stanno lavorando sulla formulazione di un quadro normativo pro iniziative nazionali di CCS, in osservanza della direttiva europea sullo stoccaggio ecologico della Co2.