La denuncia dei pazienti sardi: “il servizio si interrompe nei fine settimana. Il sabato e la domenica si crea un vuoto insopportabile”.
NUORO – Il quotidiano sardo “La Nuova” ha dato voce, il 3 Agosto scorso, alla richiesta d’aiuto proveniente dai malati gravi del comune di Siniscola (Nuoro) e dalle loro famiglie. I pazienti chiedono alla ASL locale di poter avere assistenza domiciliare tutti i giorni della settimana, compresi il sabato e la domenica.
Il servizio ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) del comune sardo fornisce un servizio di fondamentale importanza per un numero elevato di pazienti che, colpiti da gravi patologie, sono impossibilitati ad andare in ospedale per sottoporsi alle cure giornaliere di cui necessitano. Si occupa di persone affette malattie gravissime come la SLA, ma anche da patologie oncologiche e offre numerosi servizi, come l’applicazione delle flebo e delle medicazioni.
Tale servizio, però, s‘interrompe nei fine settimana. Come se anche la malattia se ne andasse “a riposo”. E invece questi pazienti hanno bisogno costante di cure e di sostegno e dichiarano che “Il sabato e la domenica si crea un vuoto insopportabile”. Da qui la loro richiesta d’aiuto alla ASL.
Altro problema riguarda l’informazione. Secondo la testimonianza della figlia di una paziente, né in ospedale né negli ambulatori medici si parla molto del servizio offerto dalla ASL. Tanto che la donna è stata costretta a spostamenti in ambulanza che per lei e la sua famiglia hanno rappresentato un vero e proprio calvario.
Servirebbe, dunque, un impegno da parte della ASL per garantire un servizio costante e informazione maggiore per allargarne la fruibilità. In questo contesto un’importante attività di sostegno è svolta dai volontari dell’associazione siniscolese Casadomo, che ogni giorno, compresi i festivi, prestano assistenza medica e psicologica a tante famiglie.
Si tratta di un esempio lampante di come, nel nostro Paese, non si attribuisca ancora sufficiente importanza alla presa in carico dei malati gravi. L’assistenza domiciliare dovrebbe essere un diritto, che troppo spesso si trasforma in una battaglia.