La Legge del Mercato di Stephen Brizè, con il grande Vincenti Lindon, premiato con la Palma d’oro come attore protagonista all’ultimo Festival di Cannes.
Il film non vale solo per la commovente interpretazione di Vincent Lindon, nel ruolo di un cinquantenne disoccupato che ritrova lavoro come addetto alla sicurezza in un supermercato, ma vale anche perché il film è un condensato di genialità, di verità che arriva dritto al senso della denuncia ed è la dimostrazione di come oggi si possa fare un grande film, con pochi mezzi, mischiando la realtà con la finzione. A parte Lindon, infatti, il resto del cast è formato da attori amatoriali che spesso Brizè ha voluto negli stessi ruoli e mestieri che hanno realmente nella vita. Un modo per portare Vincent Lindon ancora di più dentro la realtà e verso territori per lui sconosciuti. “Il tempo è lento esattamente come nella realtà, racconta Vincent Lindon, e anche il modo di parlare. Noi avevamo i copioni il giorno stesso che era prevista la scena da girare, facevamo qualche lettura e poi partivamo, proprio per non far perdere al cast la naturalezza della loro interpretazione”. Per rendere ancora più credibile il film, Stephan Brizè, ha voluto come direttore della fotografia un giovane che provenisse dal mondo dei documentari senza alcuna esperienza con un film di finzione. Il risultato è mirabile. La Legge del Mercato, racconta con efficacia quello che vivono migliaia di persone quando perdono il lavoro. La disumanità della società, il senso di sconfitta, la dignità ferita, l’umiliazione, e il costringersi a qualsiasi compromesso pur di guadagnare qualcosa per la famiglia, che ti consenta di pensare a domani. Un sistema spietato, dove ormai il lavoro è un lusso. Un film politico, bello ed emozionante con un grandissimo Vincent Lindon.